venerdì 22 maggio 2020

Collocazione provvisoria

Secondo me dovremmo avere tutti un Crocifisso in casa. Sul mio comodino ne ho uno vecchio di bronzo, piccolo una decina di centimetri, che mi regalò mia madre. Ero alle superiori quando me lo donò e mi disse di portarlo sempre con me perché nei momenti di sconforto poteva tornarmi utile. Devo essere sincero: per tutta la mia adolescenza l’ho trattato come un portafortuna (in fondo noi del Sud Italia un po’ superstiziosi lo siamo). Solo da adulto ho capito l’importanza di quel dono ed è per questo che questo crocifisso è passato dallo zaino (in cui l’ho sempre tenuto) al comodino. Quel Gesù in croce è la prima cosa che vedo al mattino (se mia moglie dorme) ed è l’ultima cosa che contemplo prima di andare a dormire (sempre se mia moglie dorme). 
Dovremmo affidarci tutti a Gesù in croce quando iniziamo la giornata. In questo modo non ci sentiremo soli quando, nella quotidianità, saremo chiamati a morire nelle piccole cose e anche in quelle più serie. Dovremmo contemplare tutti il Crocifisso prima di appisolarci e affidargli le croci che portiamo, quelle leggere e quelle pesanti. Affidiamole a Lui perché, come ci suggerisce don Tonino Bello la Croce è una “collocazione provvisoria” ed è giusto che ce ne ricordiamo ogni giorno.

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