martedì 19 marzo 2024

Uomini e padri

Ci sono uomini che sanno prenderti per mano, che sanno accompagnarti con un silenzio che lascia senza fiato e, a volte, mette in imbarazzo. Questi stanno accanto a te ma sanno quando è il momento di lasciarti andare da solo.

Ci sono uomini che sanno custodirti, che ti proteggono dalle insidie che il mondo offre e che ti insegnano a proteggerti. Sanno prenderti cura di te e t’insegnano a farlo.

Ci sono uomini che danno la vita per coloro che amano, per coloro che Dio gli affida. Sono coloro che senza riserve si immolano per amore.

Ci sono uomini che sanno mettersi all’ascolto della volontà di Dio e sanno incarnarla, non senza difficoltà, nel qui ed ora.

Questi uomini sono padri ma sono anche mariti, fratelli, sacerdoti. Abbiamo sempre bisogno di uomini che sanno donare la vita, che siano educati all’amore autorevole e che non siano autoritari; che siano dolci ma fermi; che siano in grado di prendere le proprie croci e che siano in grado di alleggerire quella degli altri.

Che San Giuseppe ci aiuti.

Abbiamo bisogno di uomini.

Abbiamo bisogno di cristiani.

Abbiamo bisogno di santi.

lunedì 18 marzo 2024

Diario di missione

Giorno 1

Dalla Tiburtina a piazza Ottocalli (NA). La missione cristiana è principalmente mettersi in moto perché Gesù vuole asciugare le lacrime di tutti; vuole che mettiamo in moto il cuore per costruire il Regno dei Cieli.

Giorno 2

La missione è movimento ma questo non avrebbe senso se non ci fermassimo in preghiera. Una sosta essenziale questa perché ci permette di portare Dio agli altri e non noi stessi; per poter apprezzare le amicizie nuove e quelle vecchie.

Giorno 3

La missione è l’incontro di Gesù e con Gesù. Lo incontriamo con l’intraprendenza di chi non lascia nulla di intentato per annunciare il Vangelo; nello sguardo di amici e sui visi di chi vuole raccontare le proprie sofferenze; nella gioia dei giovani; per le strade dei nostri quartieri.

Giorno 4

La missione è andare ma anche tornare. Si rientra con la fatica della semina ma con la gioia di aver convertito almeno il mio cuore. Tornare per lasciare Dio impastare i cuori di coloro che si è incontrato perché la missione non è portare agli altri noi stessi ma è lasciare spazio a Dio che faccia crescere fruttuoso il seme piantato.

domenica 10 marzo 2024

Il rischio della croce

Questo che ho tra le mani è il crocefisso che ogni Missionario Oblato di Maria Immacolata ha nel momento dei suoi voti perpetui. No, non sono diventato un religioso, continuo ad essere felicemente sposato con Angelica. Il crocefisso ci è stato dato in prestito dal sacerdote che predicava la giornata di ritiro che oggi, con la mia comunità, ho vissuto. Un bel momento in cui mi sono soffermato in particolare sul rischio della croce che nasce dal fatto che quando la portiamo viviamo per essa. Il nostro dolore, la nostra sofferenza rischia di diventare un tutt’uno con la nostra persona. Ci identifichiamo nella croce e dimentichiamo, egoisticamente, tutto quello che ci circonda e tutte le croci di chi cammina con noi. Tuttavia, Gesù ci mostra la via giusta. Lui, infatti, nel momento del dolore non si è chiuso ma ha continuato ad avere uno sguardo d’amore per le donne che lo piangevano, ha donato sua madre al genere umano, ha convertito i cuori di ladri e pagani. Questo ci insegna che ci sono due modi di vivere la croce: piangersi addosso o farla diventare strumento di vita per se e per gli altri. Questo non esime dal dolore ma viverlo e abbracciarlo porta molto frutto.

martedì 13 febbraio 2024

Il perdono scritto

Sono molti i pensieri che mi sono sorti durante la lettura di Scrivere il perdono di Luciano Manicardi. Mi soffermerò solo su un paio di questi.

Il libro parla di perdono partendo dall’episodio evangelico raccontato in Giovanni 7,53-8,11: un branco di uomini presenta a Gesù un’adultera, gli chiedono se è giusta lapidarla e lui cita la famosa frase “chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Un primo pensiero, madre di tanti altri, ha a che fare con il tempo. Gesù non risponde subito a questi uomini ma attende; non perdona immediatamente la donna ma attende. Scrive qualcosa a terra con il dito sulla sabbia, si alza, parla con gli uomini, si riabbassa e perdona la donna. Il perdono è un atto che richiede tempo: tempo di essere esplicitato dal perdonante e di essere interiorizzato dal perdonato. Non solo, Gesù ci insegna che per ben operare abbiamo bisogno di tempo. Quegli uomini volevano una risposta veloce ma Lui li spiazza, attende perché il cambiamento del cuore non è un atto che può avvenire subito. Tuttavia, quando ciò avviene, quando si perdona e si è perdonati, si riesce a guardare il futuro con più fiducia perché si riesce a lasciare il passato alle spalle.

sabato 27 gennaio 2024

Farsi prossimi sulle strade digitali

La parabola del Buon samaritano in questi anni è stata molto cara a papa Francesco, nel suo costante impegno ad indicare anche il mondo digitale come luogo di testimonianza ed evangelizzazione. 

Ed è proprio sulla narrazione del Buon samaritano che si fonda il recente progetto del Dicastero della comunicazione

www.fullypresent.website. Un portale - ma anche un documento di riflessione – inaugurato lo scorso 29 maggio, con l’obiettivo di stimolare la riflessione e la condivisione sul senso della presenza cristiana sui social.

“Verso una piena presenza” è una sfida e un sogno: possiamo noi cristiani essere protagonisti del cambiamento, immaginando i social come luoghi di fiducia, trasparenza, inclusione?

Lo possiamo nel momento in cui siamo capaci di riconoscere i nostri contatti, le nostre connessioni, come il prossimo di cui Gesù ci parla.

Le strade digitali sono ricche di incontri, storie, persone ferite e hanno bisogno di samaritani capaci di avere a cuore l’altro, di farsi carico delle sofferenze di coloro che incontrano. Ma per farlo è necessario prendere consapevolezza della responsabilità di cui siamo investiti.