sabato 31 dicembre 2022

Riposa in pace Benedetto

La mia fede deve tanto a San Giovanni Paolo II ma è sotto il pontificato di Benedetto XVI che essa è maturata. Non ho mai temuto a dirlo, anche quando venivo etichettato come medioevale, conservatore e retrogrado (proprio io che non amo le etichette).

Stanno definendo il suo pontificato come “pedagogico” ed è così. Sono contento di essere stato “guidato” dalla sua saggezza. Senza i suoi insegnamenti, infatti, non potrei essere un cristiano “in uscita” come chiede Francesco.

Ora riposa nella pace del Padre e possiamo essere sicuri che sta pregando per noi.

Riposa in pace padre Benedetto.

giovedì 29 dicembre 2022

Il sogno delle spighe, storia di martirio comunitario

Quando ho finito di leggere Il sogno delle spighe (El sueño de las espigas), ho mandato un messaggio a David Lopez, autore del libro, in cui lo ringraziavo. Non l’ho fatto solo perché è un mio amico ma, soprattutto, perché ha fatto un lavoro eccezionale, un lavoro che, pagina dopo pagina, si vede che è stato fatto con il cuore.

Il libro parla dei martiri Oblati di Maria Immacolata della comunità di Pozuelo assassinati durante la persecuzione spagnola del 1936-1939, gli anni della guerra civile. Insieme a questi 22 religiosi fu ucciso anche un laico: Candido Castán, un sindacalista cattolico la cui colpa era quella di essere cattolico.

Nel messaggio a David ho scritto “grazie, grazie, grazie”. Infatti, bisogna ringraziare David per il coraggio di aver scritto un testo come questo. In un mondo come il nostro in cui tutto è nero o bianco, il rischio di scrivere questo libro e di essere tacciato come simpatizzante di una parte politica specifica è stato alto (accuse di essere franchista, purtroppo, gli sono arrivate da certa stampa spagnola). Quindi il primo grazie va dato per il merito di essersi fermato ai fatti storici, senza interpretarli ma argomentandoli con maestria e con fonti storiche inattaccabili grazie alle quali nessuno può negare la natura anticristiana di quegli assassinii. Omicidi avvenuti con una crudeltà giustificata dall’antifascismo ma che di questo non avevano nulla. A chi pensa il contrario, invito a leggere il libro e, solo successivamente, dare un giudizio.

sabato 17 dicembre 2022

I verbi dell’Avvento: generare

Tutti siamo chiamati a generare. È un’azione a cui nessuno sfugge. Non mi riferisco solo a ciò che riguarda l’aspetto procreativo. Se facessi questo (non faccio segreto che non ho figli) mi troverei un alibi per tirarmene fuori.

Siamo chiamati a generare vita con la nostra vita, donandola ogni giorno, perdendola anche quando questo è necessario.

Credo che sia questo il segreto per poter generare l’Amore, per poter permettere a Gesù di incarnarsi nelle nostre vite e nei nostri rapporti e dare un lascito d’amore a questo mondo che ne ha tanto bisogno.

sabato 10 dicembre 2022

I verbi dell’Avvento: aspettare

Questo verbo è interessante perché noi non siamo abituati ad aspettare. La nostra società ci ha ormai abituati a ritmi estenuanti e le attese non ci piacciono. Andiamo di corsa dal medico, alla posta per non parliamo del semaforo appena scatta il verde, c’è sempre quello che suona il clacson perché va di fretta.

Tuttavia, le cose belle e importanti vanno attese perché così si può gustare meglio la loro sacralità. Quindi mi chiedo: Gesù vale questa attesa? Si. Decisamente si.

Solo in questo modo potremo gustare dei miracoli che Cristo fa nelle nostre vite e, soprattutto, nei nostri frettolosi cuori.

sabato 3 dicembre 2022

I verbi dell’Avvento: convertirsi

Il cammino di Avvento ci chiama alla conversione. Ogni anno la Chiesa ce lo ricorda nella Seconda Domenica di Avvento. La domanda, quindi, sorge spontanea: quante volte dobbiamo convertirci? La nostra conversione ricevuta durante quel sacramento, quel particolare incontro o con quell’illuminazione inaspettata, non basta per tutta la vita? No.

Se mi guardo alle spalle, infatti, vedo tutti i momenti in cui mi sono convertito, quando la mia strada ha cambiato direzione o è rientrata nella giusta corsia. Credo fermamente che finirò di convertirmi dopo aver spirato l’ultimo respiro perché, fino alla morte, avrò sempre tempo per ravvedermi di qualcosa e convertirmi.

Siamo sempre in tempo a convertirci ma questo cambiamento deve essere sincero perché solo in questo modo possiamo far incarnare Gesù nel nostro quotidiano.