venerdì 25 marzo 2022

Quarto passo verso Pasqua: donare

C’è tanta letteratura antropologica sull’importanza del dono, su come è essenziale per il funzionamento dei rapporti tra individui. Tuttavia, mi soffermerei su due aspetti interessanti che hanno a che fare più con l’aspetto umano.

Un dono è, senza ombra di dubbio, importante per chi lo riceve. Può cambiare anche la vita e far svoltare una giornata triste. Non mi riferisco solo ai doni materiali che sono, ovviamente, importanti. Se mia moglie è triste e le faccio trovare al centro della tavola i fiori raccolti dal terrazzo, il suo sguardo cambia colore (e non dico cosa succede se le compro un bel mazzo di fiori). Personalmente, poi, trovo sempre bello ed emozionante ricevere doni perché sono dimostrazioni di affetto tra le mie preferite. Ci sono, però, anche doni immateriali che possono essere belli e che fanno tanto bene all’anima: donare tempo ad una persona cara in difficoltà, ascoltandola, standole vicino, prenderle la mano, aiutarla… donarle la vita. Un dono può cambiare la prospettiva sulle cose.

C’è anche un altro aspetto che reputo importante: il donare aiuta anche chi compie questa azione. Un dono, quando è sincero e gratuito, riempie l’anima di dolcezza, è un lasciapassare nel cuore di chi lo riceve. Poi, se il dono è fatto in un momento di dolore, assume un valore immenso. Forse è per questo che Gesù, dalla croce, dona Maria all’umanità: perché questo regalo non ha prezzo e il Cristo sofferente vuole sottolinearlo.

Lasciamoci guidare, quindi, dalla logica del dono, affinché tutti possiamo riconoscerci fratelli che crescono nell’amore.

venerdì 18 marzo 2022

Terzo passo verso Pasqua: la carità

Quando pensiamo alla carità la prima cosa che viene in mente è l’elemosina, il donare qualche spicciolo ai poveretti che chiedono un aiuto economico su un ciglio della strada o fuori le nostre parrocchie. Sicuramente quello è una forma di carità ma per noi cristiani questa ha un significato più profondo.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce la carità come “la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.” Leggendo questa definizione mi vengono i brividi. Quanto è difficile mettere in pratica la vera carità quella che tutto ama, tutto sopporta!

Fortunatamente ho un maestro che, per tutta la sua vita, mi ha mostrato la via da percorrere per poter mettere in pratica questa virtù. Gesù, infatti, ha mostrato concretamente come amare Dio e gli altri anche quando questo amore non è compreso, anche quando prende la forma (illogica per le dinamiche umane) della croce. È da quel trono di morte, infatti, che ci mostra fino a dove deve arrivare il nostro amore per Dio: alla donazione totale. Quel “li amò fino alla fine” (Gv 13,1) è la meta della carità. Sarà proprio questa che porta il Figlio a dire al buon ladrone che sarebbe stato con lui nel paradiso. Anche in punto di morte, Gesù continua a dispensare atti d’amore immensi

Preghiamo Dio Padre che possa donarci un cuore libero di amare Lui e gli altri. Di amare come ha fatto il Figlio fino ai suoi ultimi momenti, come lo ha fatto sul Calvario: senza riserve.

venerdì 11 marzo 2022

Secondo passo verso Pasqua: il perdono

Se solo ci rendessimo conto di quanto abbiamo bisogno di perdono il nostro mondo vivrebbe meglio. Abbiamo bisogno di perdonare, di vivere in pace con chi ci fa dei torti, con chi (a volte anche in maniera involontaria) ci ferisce. Non c’è bisogno di farlo “settanta volte sette” (Mt 18,21-22), basterebbe una sola volta ma che sia sincera, forse per questo ci scoraggiamo. È difficile farlo, non è semplice trovare conforto in questa pratica di pace perché il nostro orgoglio prende spesso il sopravvento e lasciamo fare ad esso.

Quante volte mi ritrovo bloccato in questa dinamica che non mi fa crescere. Tuttavia, ho imparato a concentrarmi su Gesù che dalla croce dice al Padre “perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,33-34). Lo avevano umiliato, torturato e crocefisso ma ha la forza di implorare perdono per coloro che gli stavano facendo tutto questo. Forse non tutti capirono quel gesto e quasi tutti non giovarono di quel perdono perché, se è difficile perdonare, è altrettanto difficile chiedere perdono, riconoscersi nell’errore.

Lasciamo spazio a Dio nel nostro cuore, affinché la sua misericordia possa spingerci sempre più sulla strada del perdono.

venerdì 4 marzo 2022

Primo passo verso Pasqua: l’abbandono

L’abbandono. Quante volte viviamo momenti difficili durante la nostra vita e molte volte (almeno per me lo è) ci sentiamo soli e abbandonati. Spesso è un abbandono fisico: nessun amico o nessun familiare che ci dia una mano. Molte volte non è colpa loro, forse ci sono e non ce ne accorgiamo, forse attendono una richiesta di aiuto. Tuttavia, la nostra solitudine, in questi casi, cresce sempre più.

Altre volte, questo abbandono è di tipo spirituale. In momenti bui della mia vita, per esempio, facevo fatica a riconoscere la presenza di Dio. Anche in questo caso, però, ero io che non lo sentivo, che facevo fatica a riconoscerLo nella mia vita.

Anche Gesù, nel momento più buio della sua vita, dalla croce grida: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (Mt 15,34). Un grido sicuramente di dolore che da un nome alle nostre sofferenze.

Un grido che ci indica la via da seguire nelle difficoltà: la comunione con Dio.

Un grido che ci insegna che la sofferenza può essere di insegnamento a noi a agli altri.

Una bella lezione per noi che vogliamo sempre scansare il dolore, la sofferenza e l’abbandono.

martedì 1 marzo 2022

La dignità del nemico

Da oggi pregherò anche per la Russia, anche per l’aggressore.

Perché Gesù invita a pregare anche per i nemici e chi aggredisce la vita di qualcuno non può essere mio amico.

Perché la pace è un processo che va costruito.

Perché chi soffre è il popolo, a prescindere da che lato del confine si trovi.

Perché quel popolo è vittima di un folle che manipola l’opinione pubblica.

Perché anche il popolo russo deve vivere in libertà… deve vivere la libertà.