mercoledì 26 ottobre 2016

Amo ergo sum

Da soli non possiamo stare. Questo è un dato di fatto: l'uomo è nato per essere un animale sociale. L'altro è importante per la nostra persona perché senza di esso non avremmo uno specchio in cui rifletterci, non avremmo un contraltare per le nostre vite, non avremmo qualcuno da poter amare.
La persona, infatti, è al centro e matura la sua individualità in un clima di relazione e di incontro che mette in risalto il suo nucleo vitale che è fondato su amicizia e reciprocità. Una persona non può sussistere senza amore: ricevuto e donato. Il dono, infatti, è un aspetto importante della nostra vita. Serve per saldarci agli altri: non c'è cosa più bella che donarsi agli altri. Naturalmente noi ci aspettiamo che questa azione donativa sia reciproca, io aggiungo che deve assolutamente esserlo per creare un'unione dialogica: l'amore più bello, quello più puro e vero è quello fondato sul dialogo tra due persone diverse.

giovedì 20 ottobre 2016

Una persona nuova

Qualche mese fa ho letto un libro dove si sfatava il falso mito del Medioevo come periodo oscurantista e il ruolo giocato dal cristianesimo nel porre le basi delle scoperte scientifiche dei secoli successivi (La genesi della scienza, J. Hannam, D’Ettoris, 2014). Ora, sono alle prese con un libro che sta confermando un'idea che avevo e che i "grandi" pensatori hanno sempre nascosto o travisato (un po’ come hanno fatto per il Medioevo): il cristianesimo pone le basi del processo di personizzazione, cioè la coscientizzazione della persona, dell’individuo come ente a se stante (La persona al centro, G. Cicchese, G. Chimirri, Mimesis, 2016). È stato il cristianesimo che, ereditandone il concetto dalla filosofia classica, ha portato a compimento il concetto di persona. Non bisogna stupirsi di questo. Tant’è vero che la salvezza, nella dottrina cristiana, è individuale. Certo, passa per la comunità e per i fratelli ma è l'individuo che si salva o meno.

giovedì 13 ottobre 2016

Fenomenologia di Batman

Ammettiamo, per ipotesi, che nel mondo reale esista un personaggio come Batman (del quale sono un fan), che le strade della nostra città siano controllate dal cavaliere oscuro della DC Comics e che con la sua abilità, forza e strumenti (e denaro naturalmente) combatte il crimine. 
Ammettiamo, sempre per ipotesi, che su questo personaggio ci sia un dibattito pubblico sulla giustezza o meno delle sue azioni. Voi da quale parte vi schierereste? Fermarlo o no? Un personaggio del genere, anche se affascinante, può ricorrere alla giustizia personale, anche se è senza morti (ricordiamo che Batman non ammazza i suoi nemici ma permette alla polizia di arrestarli), anche con l'utilizzo di armi bianche (che sempre armi sono)? Secondo me, da fan, la risposta è negativa e lo è per due motivi principali: uno di natura sociologico e un altro di natura filosofico.

giovedì 6 ottobre 2016

Passioni dell'uomo, passione per Dio

Tutti, nessuno escluso, abbiamo qualcosa che ci appassiona (almeno spero che sia così). Può essere uno sport, la lettura, la scrittura, la fotografia o anche il semplice passeggiare in un parco, tutte queste cose (ma la lista può essere lunga) sono parte di noi.
Il problema è che con la parola "passione", spesso, ci riferiamo a qualcosa di negativo, quasi sembri sbagliato averne una. Nei secoli passati ogni passione veniva etichettata negativamente. Fortunatamente il nostro pensiero si è evoluto: il problema reale non è la passione in se ma quanto spazio occupa nella nostra vita.