Cari fratelli e sorelle!
1. Sono qui oggi, insieme con voi per venerare san Giuseppe nel giorno in cui lo venera la Chiesa intera. Essa lo venera come merita quell’ammirevole “uomo giusto”, sposo – dinanzi alla legge – di Maria, Vergine di Nazaret, Madre del Figlio di Dio.
Contemporaneamente la Chiesa venera Giuseppe di Nazaret come “artigiano”, come uomo del lavoro, forse falegname di professione. Egli è stato il solo e l’unico – tra tutti gli uomini del lavoro sulla terra – presso il cui banco di lavoro si presentava ogni giorno Gesù Cristo, Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Proprio lui, Giuseppe, gli ha fatto imparare il lavoro della sua professione, lo ha incamminato in essa, gli ha insegnato a superare le difficoltà e la resistenza dell’elemento “materiale” e a trarre dalla materia informe le opere dell’artigianato umano. È lui, Giuseppe di Nazaret, che ha legato una volta per sempre il Figlio di Dio al lavoro umano. Grazie a lui, lo stesso Cristo appartiene anche al mondo del lavoro e rende testimonianza della sua altissima dignità dinanzi agli occhi di Dio.