martedì 28 febbraio 2023

150 metri di morte

150 metri è la distanza che va da casa mia al grosso abete che vedo dal mio terrazzo. Sono una manciata di metri.

150 metri li percorro in pochi secondi a piedi. In questa distanza non ho nemmeno il tempo di pensare perché il tempo per percorrerli è poco. Se fatti in tangenziale nell’ora di punta sono più lunghi e i pensieri, invece, possono aumentare. Il tempo sembra non passare mai. È una questione di percezione.

150 metri mi danno pensieri da domenica perché era tale la distanza che separava dei poveretti naufragati alla costa di Cutro. Ormai erano arrivati ma, molti, non hanno visto quello che c’era 150 metri più avanti.

150 metri non dovrebbero farci dormire la notte ma sono diventati strumento di odio e indifferenza. Troppe parole sprecate, troppi cuori induriti e io ho paura di vivere in un mondo che ha tanti cuori induriti perché questi, infatti, spesso ci governano. I cuori induriti sono più brutti della guerra, ne sono la causa principale.

150 metri è l’unità di misura che dovremmo avere per andare in giro e raccontare che si può essere più umani, più teneri e più gentili. Dobbiamo percorre tanti 150 metri per portare al mondo speranza.

 

lunedì 27 febbraio 2023

Arte, LEGO e plenitude digitale

Qualcuno afferma che quello che combino con i LEGO nell’iniziativa de @LAPAROLADELLAFESTA è una forma d’arte. Lungi da me definirla tale, mi ha lasciato comunque perplesso la definizione data dagli altri. Possono mai delle foto fatte a delle minifigures essere considerate arte? Provvidenziale è stato il libro appena finito di leggere.

Jay David Bolter, uno dei miei autori preferiti, non mi delude mai. Nel suo testo Plenitude digitale fa un’analisi molto attenta e dettagliata del panorama digitale odierno e del rapporto che questo ha con l’arte.

L’autore parte da un assunto per me molto giusto: ormai la cultura di élite è in declino e sta lasciando il posto ad uno scenario inimmaginabile fino ad una quarantina di anni fa. Con il termine plenitude digitale, infatti, l’autore ci offre nuove categorie che sono in grado di descrivere la realtà mediale.

lunedì 13 febbraio 2023

Il vecchio e il nuovo

Oggi, per sbaglio, ho scattato questa foto. Dovevo fotografare i miei soliti LEGO ma, non so cosa ho combinato, mi sono ritrovato il mio faccione nella galleria.

L’occasione è giusta per guardarmi, per osservare ogni imperfezione del mio viso. Le rughe iniziano ad esserci. Io le vedo, le noto. Le mie occhiaie sono il segno del tempo che passa e se non bastassero, i peli bianchi della mia barba iniziano a raccontarmi di un tempo che fu, di colori che potevo toccare. Potevo toccare anche i miei capelli che, anno dopo anno, lasciano sempre più spazio a isole di pelle. Di questo, ovviamente, ne vado orgoglioso.

Guardo i miei occhi e penso a quante cose hanno visto: panorami, opere d’arte, persone eccezionali (molte delle quali non ci sono più). Le lacrime che hanno versato sono state tante ma molte, fortunatamente, erano di gioia. Con gli anni ho imparato ad apprezzarle e a non tenerle per me. Sono dono, sfogo e acqua con le quali lavare le mie e altrui ferite. Sono il dono che mi ricordano che non sono meno maschio se piango. Sicuramente sono più umano.

In questi giorni ho ripreso alcune foto della mia infanzia ed è emozionante vedere come sono cambiato. Quel bambino, fortunatamente, ora non c’è più, vive in uno spazio del mio cuore e ogni tanto esce fuori. Molti mi dicono che “sono vecchio dentro”. Non so se è vero. Ho una sola certezza: è bello invecchiare anche fuori.

domenica 5 febbraio 2023

Musica, Dio e adolescenti

Alla prima presentazione romana del libro Il cielo è sempre più rock, gli autori, Andrea Montesano e don Peppe Logruosso, si sono chiesti se la lettura di questo libro fosse più adatto agli adolescenti o agli educatori. Io credo che siano i secondi a trarne più beneficio. Questo testo, infatti, senza demonizzare forme musicali moderne, prende per mano il lettore per farlo entrare nell’universo musicale degli adolescenti.


Lo fa sotto due aspetti che, come anelli, formano una catena inscindibile: quello psicologico e quello pastorale. Tuttavia, credo che, nonostante il testo tocchi tematiche inerenti alla religione cattolica, possa offrire strumenti anche ad educatori “laici”. L’ascolto degli adolescenti, infatti, tocca tutti. Accompagnarli, capire quello che hanno dentro ci deve spingere a cercare un rapporto autentico e condivisibile.

mercoledì 1 febbraio 2023

Il seme della gentilezza

L’altro giorno ho visto una ragazza che sulla sua borsa aveva una scritta fantastica: “Gentile Giornata”. È da due giorni che ci penso e lo faccio perché abbiamo bisogno di gentilezza. Ho come la sensazione, infatti, che ci sia un imbruttimento delle relazioni, anche di quelle fugaci. Abbiamo bisogno di relazioni gentili che permettano alle persone di tenersi per mano.

Credo che la gentilezza sia un aspetto importante del vivere civile, senza di questa vivremmo su un perenne piede di guerra. Quel buongiorno detto la mattina al vicino che si incontra per le scale può far svoltare la giornata non solo di chi lo riceve ma anche di chi lo augura. Chiedere scusa quando si è distratti alla guida, rischiando di far (e farsi) male, è segno di civiltà e di amore verso il prossimo. Fateci caso: quante persone chiedono scusa se inavvertitamente vi tagliano la strada? Poche.

La gentilezza dovrebbe accompagnare ogni attimo della nostra giornata ma non si può essere gentili solo con gli estranei. Chiedere le cose con un per favore o ringraziare per i gesti grandi e piccoli dispensati da chi ci vuole bene e condivide con noi la quotidianità, sono seme di concordia. Quante volte diamo le cose per scontato ma non possiamo dare per scontato l’amore. Perché, se vogliamo che l’amore cresca come un albero rigoglioso, dobbiamo piantare il seme della gentilezza nel nostro cuore.