martedì 28 febbraio 2023

150 metri di morte

150 metri è la distanza che va da casa mia al grosso abete che vedo dal mio terrazzo. Sono una manciata di metri.

150 metri li percorro in pochi secondi a piedi. In questa distanza non ho nemmeno il tempo di pensare perché il tempo per percorrerli è poco. Se fatti in tangenziale nell’ora di punta sono più lunghi e i pensieri, invece, possono aumentare. Il tempo sembra non passare mai. È una questione di percezione.

150 metri mi danno pensieri da domenica perché era tale la distanza che separava dei poveretti naufragati alla costa di Cutro. Ormai erano arrivati ma, molti, non hanno visto quello che c’era 150 metri più avanti.

150 metri non dovrebbero farci dormire la notte ma sono diventati strumento di odio e indifferenza. Troppe parole sprecate, troppi cuori induriti e io ho paura di vivere in un mondo che ha tanti cuori induriti perché questi, infatti, spesso ci governano. I cuori induriti sono più brutti della guerra, ne sono la causa principale.

150 metri è l’unità di misura che dovremmo avere per andare in giro e raccontare che si può essere più umani, più teneri e più gentili. Dobbiamo percorre tanti 150 metri per portare al mondo speranza.

 

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