sabato 31 dicembre 2022

Riposa in pace Benedetto

La mia fede deve tanto a San Giovanni Paolo II ma è sotto il pontificato di Benedetto XVI che essa è maturata. Non ho mai temuto a dirlo, anche quando venivo etichettato come medioevale, conservatore e retrogrado (proprio io che non amo le etichette).

Stanno definendo il suo pontificato come “pedagogico” ed è così. Sono contento di essere stato “guidato” dalla sua saggezza. Senza i suoi insegnamenti, infatti, non potrei essere un cristiano “in uscita” come chiede Francesco.

Ora riposa nella pace del Padre e possiamo essere sicuri che sta pregando per noi.

Riposa in pace padre Benedetto.

giovedì 29 dicembre 2022

Il sogno delle spighe, storia di martirio comunitario

Quando ho finito di leggere Il sogno delle spighe (El sueño de las espigas), ho mandato un messaggio a David Lopez, autore del libro, in cui lo ringraziavo. Non l’ho fatto solo perché è un mio amico ma, soprattutto, perché ha fatto un lavoro eccezionale, un lavoro che, pagina dopo pagina, si vede che è stato fatto con il cuore.

Il libro parla dei martiri Oblati di Maria Immacolata della comunità di Pozuelo assassinati durante la persecuzione spagnola del 1936-1939, gli anni della guerra civile. Insieme a questi 22 religiosi fu ucciso anche un laico: Candido Castán, un sindacalista cattolico la cui colpa era quella di essere cattolico.

Nel messaggio a David ho scritto “grazie, grazie, grazie”. Infatti, bisogna ringraziare David per il coraggio di aver scritto un testo come questo. In un mondo come il nostro in cui tutto è nero o bianco, il rischio di scrivere questo libro e di essere tacciato come simpatizzante di una parte politica specifica è stato alto (accuse di essere franchista, purtroppo, gli sono arrivate da certa stampa spagnola). Quindi il primo grazie va dato per il merito di essersi fermato ai fatti storici, senza interpretarli ma argomentandoli con maestria e con fonti storiche inattaccabili grazie alle quali nessuno può negare la natura anticristiana di quegli assassinii. Omicidi avvenuti con una crudeltà giustificata dall’antifascismo ma che di questo non avevano nulla. A chi pensa il contrario, invito a leggere il libro e, solo successivamente, dare un giudizio.

sabato 17 dicembre 2022

I verbi dell’Avvento: generare

Tutti siamo chiamati a generare. È un’azione a cui nessuno sfugge. Non mi riferisco solo a ciò che riguarda l’aspetto procreativo. Se facessi questo (non faccio segreto che non ho figli) mi troverei un alibi per tirarmene fuori.

Siamo chiamati a generare vita con la nostra vita, donandola ogni giorno, perdendola anche quando questo è necessario.

Credo che sia questo il segreto per poter generare l’Amore, per poter permettere a Gesù di incarnarsi nelle nostre vite e nei nostri rapporti e dare un lascito d’amore a questo mondo che ne ha tanto bisogno.

sabato 10 dicembre 2022

I verbi dell’Avvento: aspettare

Questo verbo è interessante perché noi non siamo abituati ad aspettare. La nostra società ci ha ormai abituati a ritmi estenuanti e le attese non ci piacciono. Andiamo di corsa dal medico, alla posta per non parliamo del semaforo appena scatta il verde, c’è sempre quello che suona il clacson perché va di fretta.

Tuttavia, le cose belle e importanti vanno attese perché così si può gustare meglio la loro sacralità. Quindi mi chiedo: Gesù vale questa attesa? Si. Decisamente si.

Solo in questo modo potremo gustare dei miracoli che Cristo fa nelle nostre vite e, soprattutto, nei nostri frettolosi cuori.

sabato 3 dicembre 2022

I verbi dell’Avvento: convertirsi

Il cammino di Avvento ci chiama alla conversione. Ogni anno la Chiesa ce lo ricorda nella Seconda Domenica di Avvento. La domanda, quindi, sorge spontanea: quante volte dobbiamo convertirci? La nostra conversione ricevuta durante quel sacramento, quel particolare incontro o con quell’illuminazione inaspettata, non basta per tutta la vita? No.

Se mi guardo alle spalle, infatti, vedo tutti i momenti in cui mi sono convertito, quando la mia strada ha cambiato direzione o è rientrata nella giusta corsia. Credo fermamente che finirò di convertirmi dopo aver spirato l’ultimo respiro perché, fino alla morte, avrò sempre tempo per ravvedermi di qualcosa e convertirmi.

Siamo sempre in tempo a convertirci ma questo cambiamento deve essere sincero perché solo in questo modo possiamo far incarnare Gesù nel nostro quotidiano.

sabato 26 novembre 2022

I verbi dell’Avvento: vegliare

È importante vegliare perché stare attenti ai pericoli che la nostra vita incontra è un metodo che abbiamo per non cadere.

Quando la vita diventa pesante e il cuore ci spinge verso un sonno non voluto, è in quel momento che dobbiamo destarci sia per non far vincere le tentazioni che per poter accogliere lo Sposo nel modo più adeguato alla Sua persona: da figli amati e amanti.

Il nostro cammino sarà sicuramente pesante ma Cristo ci chiede di aspettarlo perché Lui verrà di nuovo per risollevare le nostre debolezze ma in fondo, lo sappiamo, che non è mai andato via e che vuole essere accolto nella nostra vita di figli distratto.

lunedì 7 novembre 2022

Un abbraccio d’amore

Lo so, lo fanno in tanti ma anche io voglio unirmi a chi elogia la bellezza del Crocifisso di San Damiano. La scorsa settimana ho avuto la fortuna di averti pregato di fronte e in quel momento mi sono sentito amato.

Quel Cristo in croce, con le braccia aperte in quel modo sembrava quasi volere abbracciare me e le mie sofferenze, accoglierle in un vortice d’amore.

Non è un Gesù sofferente quello che vediamo rappresentato ma ciò non mette in secondo piano la tristezza e il dolore di quel momento triste della vita di Cristo. Tuttavia, sembra voler anticipare la bellezza della resurrezione ricordandomi, però, che per ottenerla devo passare tramite una porta stretta e dolorosa. Ricordando che se guardo i miei dolori con rassegnazione non avrò parte alla vita eterna. Nutriamoci quindi della speranza. Noteremo che, anche se i nostri problemi non si risolveranno, verranno sicuramente abbracciati da Cristo. Quale migliore stimolo per andare avanti?

lunedì 31 ottobre 2022

40 anni da figlio di Dio

Oggi è il mio compleanno. No, non sono impazzito. Ricordo benissimo che il mio compleanno è il 4 ottobre. Oggi è il mio quarantesimo anno da figlio di Dio. Il 31 ottobre del 1982, infatti, ventisette giorni dopo la mia nascita, sono stato battezzato. Ovviamente, non ricordo nulla di quel giorno. Posso ricostruire l’emozione dei miei parenti solo tramite il loro racconto. Non avevo coscienza ma, onestamente, ringrazio i miei genitori che decisero di farmi essere cristiano. È grazie agli insegnamenti, soprattutto, di mia madre che ho capito sin da piccolo per Chi (e cosa) vale la pena vivere. Naturalmente, parlo per me. Queste sono le mie esperienze, le mie emozioni e guai a toccarle.

Sono passati quarant’anni da quando sono rinato a vita nuova e l’anniversario di oggi deve darmi la forza ogni volta che l’”uomo vecchio” (Ef 4,22) prende il sopravvento; ogni volta che dimentico che ciò che faccio è in nome di Dio; ogni volta che mi deresponsabilizzo dal mio amare gli altri. Tutte le volte che accade ciò, devo ricordarmi che sono stato battezzato e in nome di questo Battesimo posso compiere grandi cose. E se non dovessi riuscirci? Sono rinato come figlio di Dio e il Padre buono non mi lascia mai da solo. Aspetta me che “torno a casa” perché anche se io mi allontano da Lui, Egli non si allontana da me.

Quarant’anni fa sono rinato come re, sacerdote e profeta e questi regali divini preferisco tenermeli stretti perché valgono troppo; perché senza di questi non saprei vivere e testimoniare al mondo il Suo amore per me e per noi.

mercoledì 26 ottobre 2022

Il merito della scuola

Il merito. La scuola ha un merito che è anche la sua missione principale: formare gli adulti del futuro.

La scuola deve sì premiare quelli bravi ma deve anche impegnarsi a non lasciare dietro gli ultimi, quelli che per tanti motivi non riescono a stare al passo con gli altri.

La scuola deve prendere per mano quelli che erroneamente chiamavamo “asini” per poter aprire a loro un mondo fatto di conoscenza e curiosità accompagnando i loro limiti. Se non facesse questo perderebbe l’essenza della sua missione.

Premiare e accompagnare, sono questi i due verbi che dovrebbero caratterizzare l’istituzione scolastica. Mi permetto di scriverlo perché, nella mia lunga vita scolastica, ho attraversato sia il momento della gloria e del successo che quella dei fallimenti e, onestamente, sono questi che più ricordo, che più mi hanno formato come uomo e cittadino. Ed è stato proprio grazie ad insegnante che ha saputo vedere oltre i miei insuccessi che ho saputo riprendere la fiducia persa verso me stesso. È grazie ad insegnanti come lei che ora posso guardare i ragazzi che mi sono affidati con la forza e la consapevolezza di poterli sostenere.

lunedì 24 ottobre 2022

La Resurrezione nel quotidiano

Molte volte i limiti sono tangibili e dimentico che anche questi si possono abbattere con la forza della volontà.

Io che sono più fortunato di tante persone, spesso, lo dimentico ma ho la fortuna di lavorare con ragazzi che, anche se non lo sanno o non se ne rendono conto, mi fanno da promemoria. Un buon promemoria.

La loro vita non è facile e fanno anche fatica a sentirsi figli privilegiati da Dio (come dargli torto). Tuttavia, riescono a tirare una forza d’animo che io me la sogno. Come tirare a basket da una sedia a rotelle.

Ecco cosa può essere la Resurrezione nel quotidiano: riscoprire la vita ogni giorno e non lasciarmi abbindolare dalla “morte”.

venerdì 21 ottobre 2022

A-Dio padre Gigi

L’uomo che vedete nella foto, il primo a destra, è padre Gigi Sion. Un grande missionario: Laos, Uruguay e Kenia le terre che i suoi piedi hanno percorso.

Da qualche anno viveva con i giovani missionari in formazione. L’ho sempre pensato come il grande saggio. Fumava anche la pipa come i grandi saggi. Forse era per questo motivo e per la sua ironia matura che mi ricordava Gandalf.

Quando mi vedeva, aveva per me sempre lo stesso saluto: “ecco il poeta”. Quando una volta gli ho fatto vedere quello che combino con i LEGO, divertito, mi diede il suo placet.

Ci ha lasciati stasera con la discrezione che ha contraddistinto la sua vita e ora, dal cielo, abbiamo un oblato in più che intercede per noi.

giovedì 20 ottobre 2022

La Madonna dell’Europa

Tempo fa feci un sogno. Una persona, forse una donna (non ricordo chi fosse), mi mostrò un’immagine della Madonna con un velo blu sul quale erano ricamate 12 stelle. Ricordo solo che disse: “Questa è la Madonna dell’Europa, speriamo che salvi questo nostro continente”.

Premesso che non sono un mistico (anzi) ma quell’immagine mi è rimasta impressa e ho cercato di disegnarla. Non sono bravo nel farlo ma mentre lo facevo è nata in me una preghiera che voglio condividere con voi insieme al brutto disegno che ho fatto (ma la Madonna non si offenderà per essere stat disegnata in questo modo, spero).


Preghiera alla Madonna dell’Europa

Madre celeste,

ti affidiamo questo continente.

Troppo vecchio e con il cuore giovane,

custodiscilo nel tuo cuore di mamma,

prendilo per mano

e conducilo sulla strada tracciata

dalla Croce del tuo Figlio.

Garantisci prosperità,

aiutalo a non deviare con avidità

nella via dell’ egoismo,

che possa avere rispetto della vita

e della dignità di tutti. Amen.

venerdì 14 ottobre 2022

Una lettera dal “passato”

Carissimi,

Voi continuate a tirarmi in ballo. Sono morto da tanti secoli ma ancora usate il mio nome per descrivere il vostro degrado culturale e civile. Se solo aveste studiato sapreste che state sbagliando e anche di brutto.

Durante la mia vita ho visto nascere i fondamenti scientifici che avrebbero portato grandi scienziati a formulare le proprie teorie, tra questi anche Galileo Galilei. Ho visto grandi filosofi riscoprire Aristotele e divulgarlo al mondo. Le mie scoperte nel campo della tecnologia hanno cambiato le vite di tutti: dal mulino a vento verticale ai primi altiforni; dall’invenzione degli occhiali all’orologio meccanico. Ho cambiato la vita di tanti marinai con l’invenzione del timone girevole e la bussola. Ancora mi ringraziano quei marinai che riuscirono ad orientarsi anche quando il cielo era oscurato dalle nuvole. Per non parlare, poi, delle innovazioni nel campo dell’agricoltura (come l’aratro pesante) che hanno permesso sempre a più persone di mangiare.

martedì 4 ottobre 2022

I miei 40 anni di nerd

40 anni sono tanti, nessuno lo può negare. In questo arco di tempo può accadere di tutto e i miei 40 anni possono testimoniarlo: tra gioie e dolori questi anni sono stati pieni di vita.

Per questo motivo ho scelto per questo mio speciale genetliaco un tema che è molto singolare: 40 anni di nerd.

L’assonanza con quella sostanza nauseabonda (che in genere espelliamo la mattina) è voluta. E ora spiego il perché.

La vita mi ha messo davanti tante difficoltà (alcune veramente difficili da sopportare) che non sto qui ad elencarvi (tanto chi mi conosce sa a cosa mi riferisco). I miei, infatti, sono stati anni in cui la gioia di vivere ha avuto tentennamenti, ha subito delle botte ma ciò non ha permesso alla fiamma della spensieratezza di spegnersi. Per questo motivo non sono stati anni di merdma di nerd.

I miei 40 anni sono stati di nerd perché è proprio in quei fumetti, quei cartoni, quei film e quei giochi (e videogiochi) che io amo che ho trovato una piacevole distrazione dal casino della vita.

I mei 40 anni sono stati di nerd perché il gioco è un aspetto fondamentale della mia vita, perché il gioco è una cosa seria. Troppo seria.

Quindi auguri a me che resisto alle avversità con la semplicità e la forza (a volte debole) che, spero, mi contraddistinguano.

domenica 2 ottobre 2022

Inno 40

Sia lode al Signore dei cieli
perché nella mia vita
dona benedizioni.

Nella gioia e nel dolore
la Sua presenza è sempre viva.

Nelle difficoltà mi dona forza,
mi fornisce le armi per la battaglia.
Raduna intorno a me un forte esercito
che con maestria 
sono chiamato a comandare.

La Sua luce indica la via,
il sentiero è illuminato dalla Sua presenza.
Se lo percorro con fiducia,
vittoria avrà la mia lotta.

lunedì 15 agosto 2022

Di anima, cielo e concretezza

Ho una predilezione per le cose tangibili. 

Si, sono una persona altamente spirituale, ho necessità di meditare, approfondire, riflettere, e confrontarmi con Dio per ogni cosa piccola o grande della mia vita. Wow, quel vestito è bellissimo. Che dici Signore, lo compro? Vado ad un appuntamento o mi riposo? Signore, secondo te cosa è meglio? C’è da stirare una montagna di panni, Signore aiutami tu.

Eppure senza la concretezza non sopravvivo. Ho bisogno di un messaggio su whatsapp più che del solo “pensiero”, di un abbraccio tanto quanto di una preghiera. Le cose che posso “sentire” con i sensi mi dicono l’Amore e mi parlano della presenza di Dio.

È per questo che la festa di oggi mi sembra particolarmente bella. Maria assunta in cielo è per me l’espressione perfetta di come ciò che è tangibile sia altrettanto importante agli occhi di Dio di ciò che appartiene alla dimensione dello spirito. 

Sono fatta per il cielo, ma lo sono nella mia interezza, con il mio corpo imperfetto di donna, i miei sensi, l’intelligenza, le mie passioni e i miei limiti. Il pacchetto completo insomma. 

E questo cosa cambia oggi per la mia vita? Se mi guardo con i miei occhi posso vedere una persona non amabile, un corpo affaticato dai problemi di salute, un cuore provato dalle sofferenze della vita, una mente stanca e a volte poco lucida. Ma se mi guardo dalla prospettiva di Dio scopro che la salvezza è per me non “nonostante” ciò che sono, ma esattamente per ciò che sono. 

Allo stesso tempo mi affida anche una grande responsabilità: sono chiamata a prendermi cura della mia vita e ad avere cura di anima, mente e corpo di coloro che Dio mi ha messo accanto. 

Siamo fatti per il cielo ma la strada va percorsa in quella direzione.

giovedì 4 agosto 2022

Nino e la passione per la terra

L’uomo che vedete nella foto è Nino Quaranta. Se vi trovate a parlare con lui si tocca con mano la passione e l’amore che dedica alla terra. Calabrese di Laureana di Borrello, da alcuni anni si occupa di coltivazione biologica votata alla giustizia sociale. Per questo ha fondato la Cooperativa Sociale “Della Terra contadinanza necessaria”. Non c’è bisogno di chiedergli il perché di questo nome, basta ascoltarlo per rendersi conto di quanto lui ci creda in questo progetto e del perché è necessario tornare ad un’agricoltura che metta al centro la naturalità del processo produttivo e dell’importanza di un’agricoltura biologica: per difendere la nostra terra ormai malata. Il suo, dice, è un atto politico.


Nino è uno che ci crede sul serio in quello che fa e difficilmente lo troverete a casa a poltrire sul divano. Nino è cosciente che per cambiare il mondo bisogna camminare per le sue strade senza paura. Lo si capisce quando parla dei terreni confiscati alla ‘ndrangheta che gli sono stati affidati: non ha paura di curarli “tanto… più di fare qualcosa alla mia macchina o a me stesso cosa possono fare?”, ha detto con una calma serafica che lascia spiazzati.

mercoledì 27 luglio 2022

Dieci anni

Dieci anni non sono molti ma possono cambiare una persona e questo può accadere grazie ad incontri ed esperienze che possono portare tanto frutto. Per me è stato il varcare il cancello di Casa Betania. Il 27 luglio di dieci anni fa ho iniziato il mio servizio nella cooperativa L’Accoglienza e nella grande famiglia di Casa Betania.

Sono stati anni in cui mi sono confrontato con il diverso, il debole, l’affranto, il disabile, l’orfano e la vedova rendendomi conto che, spesso, io sono ognuno di questi.

Dieci anni non sono nemmeno pochi, fortificano e insegnano. Grazie a questa comunità ho imparato che il diverso può essere una ricchezza e che non sminuisce la mia identità; che il debole va difeso anche quando chi dovrebbe proteggerlo latita; che ogni persona ha una dignità e che non va calpestata (anche la mia); che ogni lavoratore ha bisogno della sua giusta ricompensa; che per fare casa non bastano le pareti ma ci vuole un cuore.

domenica 24 luglio 2022

La Provvidenza dai mille volti

Lo so, la foto è sfocata ed è venuta male ma il punto fondamentale non è questo ma di natura provvidenziale.

Mia moglie può confermare quanto io credo che la Divina Provvidenza mi abbia aiutato in tanti momenti difficili e meno difficili. Potrei testimoniare di tanti colpi di fortuna (come piace definirli ai più) che mi hanno dato sollievo (anche economico in alcuni momenti).

In questo fine settimana in casa famiglia la Provvidenza ha avuto il volto e il sorriso di Claudia. Non solo perché è stata due giorni in cucina preservandomi dal calore dei fornelli ma, soprattutto, perché la sua voglia di raccontarsi, di parlare amorevolmente della sua famiglia mi ha donato attimi di respiro ricordandomi del perché amo lavorare tra le persone, con le persone e per le persone.

sabato 16 luglio 2022

Dialogo musicale-ecumenico

“Stai continuando ad ascoltarla?”

“A cosa ti riferisci? È sabato, non lavoro e connetto più tardi.”

“Alla musica cristiana. Ricordi? Ne abbiamo discusso tempo fa.”

“Ah! Sì, certo. In questi mesi mi si è aperto un mondo.”

“Mi fa piacere.”

“Ho conosciuto cantanti nuovi e ho potuto ascoltare ritmi che non credevo potessero andare d’accordo con il Vangelo.”

“Tipo quello del tizio con la zazzera in testa che quando lo guardi provi invidia?”

“Non offendere.”

“Non dirò più ‘zazzera’…”

“Mi riferivo a me.”

“Ah…”

“Comunque sì, d_Peppe è uno di questi. Certo, il rap non è il mio genere preferito ma riesco ad apprezzare alcune cose.”

“Per questo lo hai creato in LEGO?”

“Che sei geloso?”

“No, so che nel tuo cuore c’è posto solo per un LEGO.”

“Comunque, non è l’unico. Mi si è aperto un panorama interessante con altri cantautori di musica cristiana. Tipo Sephora…”

“Ma è protestante.”

“Esticazzi? Fa buona musica, parla di Dio e non si tira indietro se deve dialogare con un cattolico incallito come me.”

“Sei nella fase ecumenica?”

“Boh… e poi i protestanti hanno una marcia in più: non sono legati alle melodia classica italiana.”

“Anche i Reale, The Sun fanno un genere diverso dalle solite melodie.”

“Lo so, ciò non toglie che c’è un problema di fondo e lo dico da ignorante in materia musicale: bisogna osare e tentare nuove vie musicali. Ascolta Word (che tra l’altro è anche napoletano).”

“Hip hop? Tu ascolti l’hip hop?”

“Credo sia trap… ma, ovviamente, no, era per farti capire cosa voglio dirti. Questa è musica che va oltre la tradizione e mi piace.”

“Ma questo dice che non si inchinerà mai alle statue. Tu vai in giro a fotografare gli altari di San Giuseppe. Come potresti andarci d’accordo?”

“Vado d’accordo con i musulmani con cui non ho Cristo in comune (si lo so che loro credono che sia un profeta) perché non dovrei andare d’accordo con chi trova speranza nella fede in Gesù. Ognuno dice quello che ha nel cuore, ognuno è libero di poterlo esprimere. Poi non ho detto che sono d’accordo con tutto. Ognuno nelle proprie opere mette quello che ha nel cuore. Parlo di ritmi. Pensa che in macchina ascolto Sephora e mi viene da ballare durante un suo brano reggaeton…”

“Sei matto.”

“Avevi dubbi?”

giovedì 14 luglio 2022

Un sogno a colori

In un mondo bianco e nero

ogni incubo pare vero.

Ma chiudi gli occhi dolcemente

e apri anima, cuore e mente.


In un mondo bianco e nero

puoi accendere un bel cero

che luce porta al tuo bel giorno

riuscendo a veder quel che hai attorno.


In un mondo bianco e nero

quel che vedi non è zero.

Con amore il tuo colore

puoi usare con candore.


In un mondo bianco e nero

sei tu ad esser sincero.

Se il pennello prenderai

i tuoi bei colori gli donerai.

mercoledì 13 luglio 2022

Un ricordo di speranza

Sarà il caldo, il tempo che passa e che mi fa invecchiare ma ha provveduto Facebook a ricordarmi che oggi è un anniversario particolare: sono dieci anni che ho lasciato il mio lavoro ai Quartieri Spagnoli.

Me l’ha ricordato con una foto a cui tengo molto e che sto allegando a questo post. È sfocata, vecchia e di bassa qualità ma riesce a far capire quello che sto per scrivere.

La ragazzina che vedete nella foto (ormai giovane donna) piange nell’ultimo mio giorno come educatore a Napoli. Mi avevano organizzato una festa per salutarmi perché da lì a qualche giorno avrei iniziato la mia avventura romana. È proprio quel giorno che succede, per me, l’incredibile: Francesca piange nel momento del saluto. Solo chi la conosce fin da piccola può capire la mia emozione. Cinque anni di scontri, rincorse e urla ripagate da quel pianto di saluto. Credo che questo sia stato l’indicatore più importante di quei miei anni passati all’Associazione Quartieri Spagnoli.

martedì 12 luglio 2022

Il viaggiatore e la giusta direzione

È da quando sono piccolo che mi piace sperimentare. Da quando faccio foto ai LEGO questa sperimentazione è aumentata vertiginosamente e questo scatto è una prova. Con un braccialetto fluorescente ho tentato di creare un portale spaziale.

Questa foto, tuttavia, è anche una metafora della vita, del nostro essere (lo dico sempre che per me i LEGO non sono solo un gioco). Il nostro viaggiatore spaziale (o viaggiatrice), infatti, non sa dove è arrivato ma, non solo perché è una minifigure LEGO, affronta questa sua avventura con serenità. Un po’ la metafora della nostra vita (almeno la mia lo è): un’incertezza che solo la ricerca e l’esplorazione potranno sciogliere.

Come me anche questo viaggiatore avrà il suo modo per orientarsi, deve solo tenerselo caro per non perdersi perché basta solo un attimo di distrazione per lasciare il sentiero e smarrirsi in un mondo che si fa fatica a capire.

lunedì 11 luglio 2022

Un fiore che cresce

Una delle cose belle del mio lavoro è che c’è il forte rischio (bello) di affezionarmi alle persone che incontro. Che siano ragazzi o volontari, quando entro a contatto con esse so già che sarà così. Mi piace il segno che lasciano nella mia vita.

È stato così anche con questo giovanotto nella foto. Non vi racconto la sua storia perché sarebbe un grave torto non ascoltarla da lui. Lo conosco da quando era un ragazzino di 13 anni ed è stato emozionante (nonostante i disaccordi quasi quotidiani) vederlo crescere. Ora ha 18 anni e si avvia verso la vita adulta con una serietà che non lascia indifferenti.

Certo, ha incontrato persone che lo hanno aiutato a crescere, che hanno rispettato le sue direzioni di vita ma buona parte del lavoro lo ha fatto lui.

Ancora auguri giovane uomo. Che il Signore continui a benedire il tuo sentiero ovunque ti porterà.


P.S. Non criticate la mia collana perché è un dono di una bambina della casa famiglia. Non potevo non indossarla 😅

sabato 9 luglio 2022

H3O, un’estate dissetata dalla speranza

Ovviamente ognuno fa quello che gli pare. Non sono io che, con questo post, voglio influenzare la vita e le scelte degli altri (questo compito lo lascio a chi sa farlo meglio di me). Tuttavia, con la stessa libertà che cedo agli altri, mi concedo questo spazio per dirvi che a me i tormentoni estivi non piacciono tanto. Per l’amor di Dio, li canto ed entrano nella mente come un martello pneumatico però non mi piace quello che raccontano.

Sono tutti uguali. A parte il ritmo del reggaeton che accomuna molti di questi (dove sono i vecchi Abbronzatissima e Con le pinne fucili ed occhiali?), un’altra cosa che li rende uno simile all’altro è il messaggio. Per chi ascolta questi testi, sembra che per godersi l’estate bisogna raggiungere uno sballo incontrollato. Quante canzoni parlano di ballare dal mattino a sera (o dalla sera al mattino), di cedere ad ubriachezze e abbandonarsi a rapporti effimeri che, in nome di un piacere passeggero, possano portare gioia nelle nostre estati. Ripeto, ognuno fa quello che vuole ma a me queste cose non bastano.

sabato 2 luglio 2022

Squarci di memoria

Ci sono squarci di strada che mi hanno accompagnato per tutta la vita. Questo è uno di quelli, forse il più importante, quello che fa riaffiorare tanti ricordi: è la strada che percorrevo quasi quotidianamente per andare in parrocchia da bambino, da adolescente e da giovane adulto.

È da quel pezzetto di balcone che si vede in basso a destra che mia madre (ovviamente quando ero piccolo) si accertava che arrivassi a destinazione ed è bello pensare che ora è mia sorella che, dallo stesso angolo, guarda il suo di figlio andare al catechismo. La storia si ripete. Nel bene e nel male, ripercorriamo, senza volerlo, la strada tracciata dalla nostra storia. Un bel promemoria per me che sono chiamato a vivere questi ricordi in un’altra città.

sabato 25 giugno 2022

Cuore Immacolato di Maria, cuore di mamma

Cuore di mamma

un unico figlio non ha.

Ospita tutti,

resiste agli attacchi:

effimeri non possono nulla.

Il suo nemico non ha speranza.

Muore d’amore per chi lo invoca.

Manda benedizioni a chi lo ama.

Accarezza il volto del sofferente.

Custodisce la vita dei suoi figli.

Oltre il dolore di una spada,

lontano dai desideri umani.

Ancorato al Padre,

trasforma l’odio in amore

ostacolando l’opera maligna.

venerdì 24 giugno 2022

Avere un cuore misericordioso

Ci sono momenti che non so come reagirei. Tipo come quel giorno che di punto in bianco una donna su uno scooter cadde su una macchina ferma al semaforo. Chi guidava l’automobile uscì di corsa inveendo contro quella poverina che si era ritrovata (apparentemente senza motivo) a terra con il suo stesso mezzo addosso. Rimasi perplesso perché pensavo che la priorità sarebbe dovuta essere il sincerarsi che la ragazza stesse bene e non andare a vedere i danni che la propria automobile aveva subito. Nella mia mente iniziarono subito le prediche che avrei voluto fare ma la fretta di tornare a casa riuscì a farmele tenere per me.

Passato questo incidente, però, ho iniziato a pensare cosa avrei fatto io al posto dell’automobilista. Sarei stato fedele ai miei princìpi? Avrei aiutato la scooterista oppure avrei inveito contro di lei? Magari l’automobilista aveva avuto una pessima mattinata e quella era stata la ciliegina sulla torta. Più camminavo e più mi rendevo conto che la linea che separa le buone intenzioni con quello che poi realmente facciamo è sottile. Non è un muro che divide le due cose in maniera netta. Quante incomprensioni nascono perché non riusciamo a metterci nei panni degli altri. A volte stanno stretti, a volte larghi ma dovremmo fare almeno lo sforzo di misurarci con questi e sono contento che questo pensiero mi sia venuto proprio il giorno che ricordiamo il Sacro Cuore di Gesù. È proprio questo, infatti, che può indicarci questa via di misericordia.

Spero che Dio possa darmi sempre la forza di riconoscere le debolezze degli altri e, soprattutto, le mie debolezze; che possa avere un cuore misericordioso sull’esempio del suo che versa amore per tutti noi.

lunedì 23 maggio 2022

Quel 23 maggio di 30 anni fa

1992 - 23 maggio - 2022

30 anni sono passati. Avevo solo 9 anni ma capivo che quello che era successo era di una gravità e di una brutalità incredibile. Bastava che guardassi lo sguardo di mia madre per capirlo.

30 anni sono passati da quando Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, persero la vita perché testimoni autentici della Giustizia.

30 anni sono passati e in molti non hanno capito (o non vogliono capire) che la mafia è quella dei crimini e degli attentati ma, soprattutto, che questa è insita nei comportamenti della gente.

30 anni sono passati ma il dolore assopito non deve farci dimenticare il sacrificio di chi ci voleva più liberi.

sabato 21 maggio 2022

Una collaborazione fruttuosa

Oggi, sabato della V settimana di Pasqua, con il commento al Vangelo del giorno di Annunciate dai tetti (che potete ascoltare qui), termina la collaborazione con don Domenico Bruno (almeno per questa iniziativa, sicuramente torneremo a fare cose insieme).

È stata una bella collaborazione e ringrazio don Domenico per avermi dato la possibilità di farla perché, per me che da laico condivido il carisma dei Missionari Oblati di Maria Immacolata, collaborare con un sacerdote che non sia oblato mi ha fatto fare un’esperienza di Chiesa di cui tanto ho bisogno e tanto mi fa bene.


P.S. Se hai perso i commenti curati da me in questa V settimana di Pasqua potrai recuperarli qui. Non solo, ma potrai trovare anche quelli a venire.

mercoledì 4 maggio 2022

Una nuova speranza

No, il titolo di questo breve articolo non ha nulla a che fare con Star Wars ma con un pensiero che mi è nato la scorsa settimana.

L’altro giorno ho visto un albero di eucalipto tagliato. Il diametro del tronco era enorme e lo immaginavo nella sua grandezza ormai sparita. Guardavo in alto ammirando ciò che, ormai, non c’era più. Mi soffermavo sull’inesistente. Poi ho abbassato lo sguardo e ho visto un piccolo germoglio che era spuntato dalle crepe del tronco. Mi soffermavo su quello che l’albero sarebbe potuto essere e non notavo quello che stava diventando.

Questo episodio sembra metafora del mio quotidiano. Questo albero sembra proprio la mia vita quando vedo tutto buio; quando ogni gioia sembra essere sparita; quando il deserto sembra aver preso il sopravvento. Tuttavia, proprio come per quell’eucalipto, è proprio in questi momenti che un germoglio di speranza esce fuori con tutta la sua dirompente forza. Perché è nello sconforto che il messaggio del Risorto illumina i miei giorni.

martedì 19 aprile 2022

Essere fecondi nella sterilità

“Dopo tutti questi anni ancora ci pensi?”

“Non ti fai del male leggendo questi due libri?”

Sono due dei pensieri che mi sono venuti alla mente quando ho deciso di comprare e leggere Quanti figli hai? e Non hai ancora figli? di Livia Carandente, giornalista e scrittrice napoletana. Erano nella mia lista dei desideri da tanto tempo ma il coraggio di comprarli faticava a venire fuori. Poi, dopo aver letto un articolo dell’autrice in cui parlava di fecondità oltre la fisicità, mi sono fatto forza. Tanto, più di rimuginare sul passato e ritornare a farmi inutili preoccupazioni cosa potrà mai succedere?

Ecco, ora che li ho letti entrambi posso dire che mi ha fatto bene. Per prima cosa è stato bello sapere che questa avventura (o disavventura, dipende dai punti di vista) è comune a tante persone. Certo, lo so che io e Angelica non siamo gli unici, ma ricordarselo fa sempre bene. È stato bello confrontarsi, anche solo tramite le pagine di un libro (anzi due), con la storia di Livia e suo marito perché mi ha fatto sentire meno in colpa verso coloro che non hanno mai capito (e ancora non capiscono) come mi sento quando alla domanda “figli ne hai?” storco il naso. Non è tanto questa domanda, che potrei definire lecita, ma è quello che segue alla risposta negativa da parte mia che mi fa arrabbiare. Le frasi fatte, che ogni volta mi verrebbe di schiacciare qualcuno con la testa nel muro, o i consigli non voluti. Come se tutte le esperienze fossero uguali. Gli inviti ad avere pazienza che “prima o poi arriveranno… quando meno te lo aspetti” senza sapere il motivo per il quale questi figli non arrivano. Non solo, anche la sensazione che qualcuno voglia farsi gli affari della mia camera da letto. Purtroppo questa non è una sensazione. Un parente di mio padre, una volta, mi ha chiesto se doveva spiegarmi come si fanno i figli. Il parente deve ringraziare che sono pacifico e non cerco mai lo scontro. Questi sono tutti atteggiamenti descritti in maniera ironica da Livia e che lasciano l’amaro in bocca a chi li vive. È sempre forte la voglia di urlare di farsi gli affari propri, quindi via di sorrisi di circostanza o di mille scuse per cambiare discorsi.

sabato 16 aprile 2022

Via Crucis delle famiglie senza figli

Senza nulla togliere al momento toccante della croce portata dalle due amiche, una ucraina e l’altra russa, che è stato un momento bello ed emozionante, ci soffermiamo, come coppia, alla bellezza di una intera preghiera che quest’anno è stata dedicata alle famiglie. In particolare, per ovvi motivi, ci ha emozionato la Terza Stazione. È stato bello che alla Via Crucis di ieri sera sia stata dedicata una stazione ad una coppia che non è riuscita ad avere figli. Chi vive questa condizione lo sa bene che la vita matrimoniale è una vera via della Croce. Dalle visite mediche, ai giudizi della gente (per molti le famiglie senza figli sono famiglie a metà) passando per consigli non cercati (e non voluti).

È stato bello ascoltare la meditazione della coppia e pensare “è proprio così”. Una grande grazie a chi ha voluto questo, al Papa in primis e a Gigi De Palo per averci lavorato. Grazie per aver dato spazio anche a chi, come noi non ha figli. A volte sembra che, nella Chiesa, se non arrivano i figli e neppure riesci ad adottare, sei una famiglia di serie b. È bello vedere come la maternità e la paternità invece si può esprimere in mille modi, attraverso un cuore che si prende cura di chi ha intorno. Un cuore come quello di Maria che ama l’umanità come il suo Figlio.


Giovanni Varuni e Angelica Ciccone

venerdì 15 aprile 2022

Settimo passo verso Pasqua: germogliare

Gesù lo aveva annunciato: “se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.” (Gv 12,24). Nel dubbio che noi non avessimo capito bene, ha vissuto sulla sua pelle questo morire e non in senso metaforico. Sulla croce, infatti, ha donato la sua vita per noi ma la sua morte non è sterile perché ha portato molto frutto. Dalla croce è germogliata una vita nuova, una nuova alleanza la quale ci ricorda che non abbiamo bisogno di comprare la misericordia di Dio. Gesù ha acquistato con il suo sangue la nostra salvezza ed è ad esso che dobbiamo dissetarci quando ci sentiamo morti, quando la nostra croce diventa pesante. Sarà il sangue di Cristo il concime che farà germogliare una nuova vita. A noi resta solo andare avanti con la certezza che quel dolore è preludio di resurrezione. Perché ognuno di noi, in fondo, è il fiore più bello che possa esserci nel giardino di Dio. Dobbiamo solo rendercene conto per non appassire.

venerdì 8 aprile 2022

Sesto passo verso Pasqua: affidarsi

Quanta fatica facciamo ad affidarci agli altri, ci costa troppo. Abbiamo timore ad affidarci e l’abbiamo per due

 motivi: per non essere di peso e per orgoglio.

Non vogliamo dare fastidio agli altri e non ci rendiamo conto che non siamo chiamati a vivere da soli (gli eremiti sono una bellissima eccezione). Abbiamo bisogno dei fratelli perché non possiamo fare tutto in solitudine. Possiamo rendercene conto quando andiamo da un medico oppure quando abbiamo bisogno di un tecnico (idraulico, elettricista, meccanico). Per tutte le cose che non possiamo arrivarci da soli, abbiamo bisogno di qualcuno che ne capisca e ci aiuti. Ci dobbiamo riconoscere limitati per poter seguire Cristo sulla via tracciata da lui. Sul Calvario, nel momento più duro della sua vita, si è affidato al Cireneo, si è lasciato aiutare perché, in quel momento, la croce era pesante anche per lui che è Dio.

Abbiamo remore ad affidarci agli altri anche per orgoglio. Crediamo di essere onnipotenti ma non è così. Molte volte, personalmente, mi sono trovato di fronte al dover chiedere aiuto ma per orgoglio ho voluto fare da me combinando dei grandi pasticci. Con il tempo, però, ho capito che non c’era nulla di male a farlo mi sono reso conto che, in alcuni momenti, dovevo fare come i bambini: affidarmi. Tuttavia, nel farlo mi sono accorto che devo avere fiducia di chi affido una mia difficoltà (ma anche una gioia). Perché affidare una parte di me è affidare un pezzo della mia vita. Lo sa bene Gesù che dalla croce affida il suo spirito al Padre con un fiducia filiale che gli da la certezza che la sua morte non è una sconfitta ma un atto che dona vita.

venerdì 1 aprile 2022

Quinto passo verso Pasqua: dissetarsi

Bere è uno dei bisogni primari dell’uomo. L’acqua, infatti, è importante per il buon funzionamento del nostro organismo. Lo sa bene chi vive in paesi in cui questo bene primario scarseggia. L’acqua è funzionale al corpo, all’agricoltura e all’allevamento. Senza di essa non potremmo sopravvivere.

Dissetarsi è essenziale. Spesso, però, noi abbiamo sete di altro: di cultura, di sport e tanti altri nostri interessi. Non sono cose di cui possiamo farne a meno perché ci fanno sentire vivi. Io, per esempio, senza i libri e senza i miei Lego non saprei stare.

Abbiamo “sete” anche quando sentiamo una carenza d’amore. Questa è una sete rischiosa perché, spinti da questo bisogno importante, rischiamo di andare ad abbeverarci a fonti che sono distruttive per noi e per chi ci sta accanto. Per noi cristiani la bussola che ci guida verso fonti d’amore giuste è Gesù: è lui che ci insegna quale strada percorrere per sentirci amati e restare lontani dalle tentazioni del diavolo. Tuttavia, Cristo ci insegna anche come dobbiamo dissetare chi ne ha bisogno: con verità. Se uno ha sete e non gli dai acqua da bere, gli fai un danno enorme. Lo sa bene Gesù che, dalla croce, chiede acqua e gli porgono aceto. Chiede sollievo e gli danno altro dolore.

venerdì 25 marzo 2022

Quarto passo verso Pasqua: donare

C’è tanta letteratura antropologica sull’importanza del dono, su come è essenziale per il funzionamento dei rapporti tra individui. Tuttavia, mi soffermerei su due aspetti interessanti che hanno a che fare più con l’aspetto umano.

Un dono è, senza ombra di dubbio, importante per chi lo riceve. Può cambiare anche la vita e far svoltare una giornata triste. Non mi riferisco solo ai doni materiali che sono, ovviamente, importanti. Se mia moglie è triste e le faccio trovare al centro della tavola i fiori raccolti dal terrazzo, il suo sguardo cambia colore (e non dico cosa succede se le compro un bel mazzo di fiori). Personalmente, poi, trovo sempre bello ed emozionante ricevere doni perché sono dimostrazioni di affetto tra le mie preferite. Ci sono, però, anche doni immateriali che possono essere belli e che fanno tanto bene all’anima: donare tempo ad una persona cara in difficoltà, ascoltandola, standole vicino, prenderle la mano, aiutarla… donarle la vita. Un dono può cambiare la prospettiva sulle cose.

C’è anche un altro aspetto che reputo importante: il donare aiuta anche chi compie questa azione. Un dono, quando è sincero e gratuito, riempie l’anima di dolcezza, è un lasciapassare nel cuore di chi lo riceve. Poi, se il dono è fatto in un momento di dolore, assume un valore immenso. Forse è per questo che Gesù, dalla croce, dona Maria all’umanità: perché questo regalo non ha prezzo e il Cristo sofferente vuole sottolinearlo.

Lasciamoci guidare, quindi, dalla logica del dono, affinché tutti possiamo riconoscerci fratelli che crescono nell’amore.

venerdì 18 marzo 2022

Terzo passo verso Pasqua: la carità

Quando pensiamo alla carità la prima cosa che viene in mente è l’elemosina, il donare qualche spicciolo ai poveretti che chiedono un aiuto economico su un ciglio della strada o fuori le nostre parrocchie. Sicuramente quello è una forma di carità ma per noi cristiani questa ha un significato più profondo.

Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce la carità come “la virtù teologale per la quale amiamo Dio sopra ogni cosa per se stesso, e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.” Leggendo questa definizione mi vengono i brividi. Quanto è difficile mettere in pratica la vera carità quella che tutto ama, tutto sopporta!

Fortunatamente ho un maestro che, per tutta la sua vita, mi ha mostrato la via da percorrere per poter mettere in pratica questa virtù. Gesù, infatti, ha mostrato concretamente come amare Dio e gli altri anche quando questo amore non è compreso, anche quando prende la forma (illogica per le dinamiche umane) della croce. È da quel trono di morte, infatti, che ci mostra fino a dove deve arrivare il nostro amore per Dio: alla donazione totale. Quel “li amò fino alla fine” (Gv 13,1) è la meta della carità. Sarà proprio questa che porta il Figlio a dire al buon ladrone che sarebbe stato con lui nel paradiso. Anche in punto di morte, Gesù continua a dispensare atti d’amore immensi

Preghiamo Dio Padre che possa donarci un cuore libero di amare Lui e gli altri. Di amare come ha fatto il Figlio fino ai suoi ultimi momenti, come lo ha fatto sul Calvario: senza riserve.

venerdì 11 marzo 2022

Secondo passo verso Pasqua: il perdono

Se solo ci rendessimo conto di quanto abbiamo bisogno di perdono il nostro mondo vivrebbe meglio. Abbiamo bisogno di perdonare, di vivere in pace con chi ci fa dei torti, con chi (a volte anche in maniera involontaria) ci ferisce. Non c’è bisogno di farlo “settanta volte sette” (Mt 18,21-22), basterebbe una sola volta ma che sia sincera, forse per questo ci scoraggiamo. È difficile farlo, non è semplice trovare conforto in questa pratica di pace perché il nostro orgoglio prende spesso il sopravvento e lasciamo fare ad esso.

Quante volte mi ritrovo bloccato in questa dinamica che non mi fa crescere. Tuttavia, ho imparato a concentrarmi su Gesù che dalla croce dice al Padre “perdona loro, perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,33-34). Lo avevano umiliato, torturato e crocefisso ma ha la forza di implorare perdono per coloro che gli stavano facendo tutto questo. Forse non tutti capirono quel gesto e quasi tutti non giovarono di quel perdono perché, se è difficile perdonare, è altrettanto difficile chiedere perdono, riconoscersi nell’errore.

Lasciamo spazio a Dio nel nostro cuore, affinché la sua misericordia possa spingerci sempre più sulla strada del perdono.