sabato 16 aprile 2022

Via Crucis delle famiglie senza figli

Senza nulla togliere al momento toccante della croce portata dalle due amiche, una ucraina e l’altra russa, che è stato un momento bello ed emozionante, ci soffermiamo, come coppia, alla bellezza di una intera preghiera che quest’anno è stata dedicata alle famiglie. In particolare, per ovvi motivi, ci ha emozionato la Terza Stazione. È stato bello che alla Via Crucis di ieri sera sia stata dedicata una stazione ad una coppia che non è riuscita ad avere figli. Chi vive questa condizione lo sa bene che la vita matrimoniale è una vera via della Croce. Dalle visite mediche, ai giudizi della gente (per molti le famiglie senza figli sono famiglie a metà) passando per consigli non cercati (e non voluti).

È stato bello ascoltare la meditazione della coppia e pensare “è proprio così”. Una grande grazie a chi ha voluto questo, al Papa in primis e a Gigi De Palo per averci lavorato. Grazie per aver dato spazio anche a chi, come noi non ha figli. A volte sembra che, nella Chiesa, se non arrivano i figli e neppure riesci ad adottare, sei una famiglia di serie b. È bello vedere come la maternità e la paternità invece si può esprimere in mille modi, attraverso un cuore che si prende cura di chi ha intorno. Un cuore come quello di Maria che ama l’umanità come il suo Figlio.


Giovanni Varuni e Angelica Ciccone


Di seguito la meditazione scritta dalla coppia senza figli alla Via Crucis:


Siamo stati fidanzati pochi mesi, poi la vita ci ha separato a lungo, facendoci conoscere lo straziante tepore del cuore che batte a distanza. E quando ci siamo ritrovati ci siamo sposati subito, con la fretta di chi aveva atteso e temuto già tanto. Abbiamo lasciato le nostre case d’origine per crearne una nostra. Abbiamo intrapreso il nostro cammino di sposi, pieni di progetti e anche di illusioni della gioventù. Poi la vita ci ha scoperto più fragili, e al tempo stesso ci ha spogliato delle nostre aspettative, facendoci camminare in una strada tante volte in salita, alla cui sommità ci siamo trovati faccia a faccia con l’impossibilità di diventare genitori. Sperimentando spesso con dolore tanti giudizi sulla nostra sterilità. “Come mai non avete figli?”, ci è stato chiesto mille volte, come a insinuare che il nostro matrimonio e il nostro amore non bastassero per essere una famiglia. Quanti sguardi poco comprensivi abbiamo digerito. Ma continuiamo a camminare ogni giorno tenendoci per mano, prendendoci cura insieme di una comunità di fratelli e amici che, tra solitudini e tenerezze, è divenuta nel tempo casa e famiglia.

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