giovedì 29 dicembre 2022

Il sogno delle spighe, storia di martirio comunitario

Quando ho finito di leggere Il sogno delle spighe (El sueño de las espigas), ho mandato un messaggio a David Lopez, autore del libro, in cui lo ringraziavo. Non l’ho fatto solo perché è un mio amico ma, soprattutto, perché ha fatto un lavoro eccezionale, un lavoro che, pagina dopo pagina, si vede che è stato fatto con il cuore.

Il libro parla dei martiri Oblati di Maria Immacolata della comunità di Pozuelo assassinati durante la persecuzione spagnola del 1936-1939, gli anni della guerra civile. Insieme a questi 22 religiosi fu ucciso anche un laico: Candido Castán, un sindacalista cattolico la cui colpa era quella di essere cattolico.

Nel messaggio a David ho scritto “grazie, grazie, grazie”. Infatti, bisogna ringraziare David per il coraggio di aver scritto un testo come questo. In un mondo come il nostro in cui tutto è nero o bianco, il rischio di scrivere questo libro e di essere tacciato come simpatizzante di una parte politica specifica è stato alto (accuse di essere franchista, purtroppo, gli sono arrivate da certa stampa spagnola). Quindi il primo grazie va dato per il merito di essersi fermato ai fatti storici, senza interpretarli ma argomentandoli con maestria e con fonti storiche inattaccabili grazie alle quali nessuno può negare la natura anticristiana di quegli assassinii. Omicidi avvenuti con una crudeltà giustificata dall’antifascismo ma che di questo non avevano nulla. A chi pensa il contrario, invito a leggere il libro e, solo successivamente, dare un giudizio.

Il secondo grazie era per avermi fatto conoscere delle figure di martiri di cui mi erano noti solo racconti superficiali delle loro vite e del loro martirio. Erano sacerdoti e giovani scolastici (seminaristi degli Oblati) la cui fede, davanti a questi eventi, non ha avuto grossi scossoni perché trovarono forza in Dio che non li abbandonò mai e che, anzi, accompagnò ogni attimo della loro vita preparandoli a grandi opere. In questi 22 religiosi addirittura la loro fede si rinforzò davanti a quel crudele destino. Un insegnamento importante anche per me che sono laico. Il martirio di Candido Castán (il laico assassinato insieme agli Oblati), infatti, mi ricorda che il mio essere cristiano deve essere radicato nell’amore evangelico che sono chiamato a vivere nel mio quotidiano.

Il terzo grazie è per averci ricordato che la particolarità di questi martiri era quella di essere stati assassinati in gruppo. Una comunità martire i cui membri si sono dati forza l’uno con l’altro fino alla tragica morte. Da soli non possiamo nulla, il rischio che le difficoltà sembrino insormontabili è sempre alto. Solo nell’amore fraterno tra di noi troviamo la forza di andare avanti e trovare la luce anche dove tutto sembra buio. 

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