giovedì 6 ottobre 2016

Passioni dell'uomo, passione per Dio

Tutti, nessuno escluso, abbiamo qualcosa che ci appassiona (almeno spero che sia così). Può essere uno sport, la lettura, la scrittura, la fotografia o anche il semplice passeggiare in un parco, tutte queste cose (ma la lista può essere lunga) sono parte di noi.
Il problema è che con la parola "passione", spesso, ci riferiamo a qualcosa di negativo, quasi sembri sbagliato averne una. Nei secoli passati ogni passione veniva etichettata negativamente. Fortunatamente il nostro pensiero si è evoluto: il problema reale non è la passione in se ma quanto spazio occupa nella nostra vita. 
Porto un esempio concreto e semplice. A me piace leggere, credo che sia la cosa che più mi fa stare bene e che mi rilassa. Se dovessi dire qual è la mia passione rispondo, senza pensarci due volte, che è la lettura (poi viene la scrittura). Questa può sembrare una passione innocente ma non è così se mi spinge a trascurare, per esempio, mia moglie o mi impedisce di collaborare con lei alla cura della casa (sì, qualcosina la faccio anche io in casa). Le passioni sono sempre un bene per noi a meno che non intacchino la libertà di vivere degli altri. Le passioni, infatti, possono tendere anche al male spingendo una persona a chiudersi in se stessa innalzando un muro di egoismo, facendola rompere la relazione positiva che la lega al mondo e al prossimo.
Forse è per questo che Gesù non vuole alla sua sequela persone apatiche, persone che non abbiano nel cuore, una passione per la Chiesa e per gli uomini. La passione, le nostre passioni, quando sono vissute per il bene degli altri oltre che per il nostro, sono un’ottimo mezzo per arrivare a Dio perché, come recita un famoso aforisma di Hegel, “nel mondo nulla di grande è stato fatto senza passione."

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