Nata dall’amore tra cielo e mare,
tra il canto di una sirena e il sale .
Mani greche tracciarono un nome,
come un augurio: Neapolis.
Il Vesuvio ti guarda, padre e minaccia,
scrivendo col fuoco la tempra della tua gente.
Campane medievali battono il tempo,
vicoli stretti custodiscono preghiere e pane.
Re e rivoluzionari dividono lo stesso cielo,
azzurro, ostinato e immortale.
La Spagna porta ombra e splendore
e il barocco esplode come un coro.
I Borbone sognano palazzi e teatri,
mentre il popolo inventa canzoni
per non piegarsi al dolore.
Guerra e macerie,
ma la città si rialza da sola:
mani nude contro la paura,
quattro giorni per dire al mondo
che Napoli non si arrende. Mai!
E oggi ancora respira,
caos e grazia camminano insieme,
tenendosi stretti e a braccetto
tra un caffè amaro e una risata improvvisa.
La tua storia millenaria incanta,
ma il cuore batte giovane:
Napoli, storia viva,
ferita che canta poesie.
Tu sei città eterna
come il mare che ti chiama
e il cielo che ti copre.

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