sabato 22 maggio 2021

Camminare per capire la città

Oggi ho fatto una pazzia. Premetto che a me piace camminare ma è da oltre un anno che non mi cimentavo in un’”impresa”. Avevo alcune cose da chieder al buon Dio e ho deciso di fare un pellegrinaggio solitario che mi avrebbe portato nelle quattro basiliche papali romane partendo da Santa Maria Maggiore, passando da San Giovanni in Laterano, San Paolo fuori le mura e concludere la “passeggiata” a San Pietro. Poco più di 14 km fatti in due ore e mezza.
Ho detto ad alcuni amici e alla mia famiglia che in questo mio sforzo portavo loro nelle mie intenzioni di preghiera. Mi sono detto che con un grande sforzo avrei potuto esagerare con le richieste a Dio. Ora, a parte i piedi doloranti a causa dello scarso allenamento, sento di aver vissuto dei momenti di grazia perché da più parti mi sono arrivate richieste di preghiera per le situazioni più disparate. Mi sono sentito bene sapendo di essere portatore di quelle intenzioni e responsabile per la fiducia concessa da chi mi chiedeva di portarlo nello spirito con me. Ovviamente, sono sicuro che il Padre mi concederà quello che ho chiesto solo se è buono per la mia vita.
Durante questi chilometri e i rosari recitati ho avuto anche la fortuna di notare molti particolari che nella fretta della quotidianità passano in secondo piano.
Una cosa che mi ha colpito è la variegata conformazione di Roma. Camminando per le strade della città ci si rende conto che ogni quartiere ha dei tratti diversi dall’altro. Roma non è una città ma un insieme di città. Ogni rione, ogni quartiere ha le sue caratteristiche ed è proprio questo che mi fa restare estasiato di questa città che da nove anni mi ha adottato.
Un’altra cosa è la popolazione, si resta esterrefatti della tipologia di persone di diversa età, nazionalità ed estrazione sociale che si possono incontrare (non che non lo sapessi ma vederle è un’altra cosa). Camminando per la città di Roma mi sono reso conto che Luca Barbarossa ha avuto proprio ragione intitolando il suo ultimo album “Roma è de tutti” perché Roma è mia che ci vivo da qualche anno come è di ci è nato. Roma è anche di quel barbone che ho visto oggi mangiare da una sacchetto della spazzatura e per il quale sono rimasto male quando ho visto che non avevo soldi nel portafogli per comprargli un panino.
Se volete capire questa città, se volete capire una qualsiasi grossa città camminate per le sue strade (magari senza cuffiette nelle orecchie) incontrate le persone che l’abitano, scambiate un sorriso con loro e vedrete che la città ricambierà il vostro amore.

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