sabato 30 marzo 2019

Verona sì, Verona no, Verona boh

Da ieri è iniziato a Verona il Congresso Mondiale delle famiglie. Dal sito dell'evento si legge che "Il Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families, WCF) è un evento pubblico internazionale di grande portata che ha l’obiettivo di unire e far collaborare leader, organizzazioni e famiglie per affermare, celebrare e difendere la famiglia naturale come sola unità stabile e fondamentale della società." Tuttavia, non riesco a descrivere quello che provo di fronte a questo evento: è come se la mia opinione si fosse scissa in tre parti che brevemente descriverò.

Verona sì perché i contenuti del congresso li condivido e non solo perché sono cristiano. Il matrimonio fondato sull'unione di un uomo e una donna, i diritti dei bambini a crescere in una famiglia "come società naturale fondata sul matrimonio" (art. 29 della Costituzione Italiana), il diritto di un concepito a continuare il suo percorso nella vita sono valori incondizionati di fronte ai quali non posso cedere perché fanno parte di quel bagaglio utile per costruire un mondo che abbia a cuore il bene comune (o almeno che si metta alla ricerca di questo).

Verona no perché il Congresso è diventato una passerella politica sulla quale camminano parti politiche che si vorrebbero far portavoce di una parte del mondo cattolico, che sono lì solo per meri scopi propagandistici ed elettorali, per affermare in maniera reazionaria valori che, invece di essere condivisibili, diventano divisori. Se i contenuti li condivido non posso dire altrettanto per il contenitore.

Verona boh perché questi eventi sono, spesso, fini a se stessi; perché non creano un confronto e rischiano di causare l'effetto inverso a quello desiderato: lo scontro con chi si fa portatore di nuovi e distruttivi valori invece di creare un luogo di confronto e di testimonianza della bellezza di vivere la famiglia.

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