lunedì 4 marzo 2019

Una ricchezza giusta

Nel Vangelo si parla spesso di povertà e ricchezza. La questione economica è presente spesso nei discorsi della vita pubblica di Gesù. Non sto qui ad elencare tutte le volte che il Nazareno parla di soldi e del rapporto malsano (o del giusto utilizzo) perché sono troppe e non voglio annoiare con lunghe citazioni.
Mi soffermo su una frase del  Vangelo di Matteo (19,23-30). Gesù, in questo brano, dice agli apostoli che "è più facile che un cammello passi per una cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli." I dodici, udendo queste parole restano spiazzati. "Chi si salverà?", è questa la domanda che hanno nel cuore. Tuttavia, il Maestro risponde facendo leva sulla Misericordia divina: "a Dio tutto è possibile".
La situazione, in questo caso, viene ribaltata perché Gesù non dice che un ricco non può entrare nel regno dei cieli ma lascia uno spiraglio di salvezza a coloro che della ricchezza non ne fanno un idolo ma un mezzo di aiuto, a chi non accumula ricchezza per il proprio tornaconto ma ne beneficia con gli altri.
Esiste, dunque, una ricchezza giusta, che non guarda gli interessi di chi la possiede ma i bisogni degli altri e i bisogni per la costruzione del regno di Dio. Esiste una ricchezza come quella di Zaccheo che, dopo che Gesù gli ha toccato il cuore, lo fa entrare in casa sua. Esiste la ricchezza di Lazzaro che mette a disposizione la sua casa a Gesù ogni volta che ne ha bisogno. Esiste, infine, una ricchezza come quella di Giuseppe di Arimatea che dona a Maria un sepolcro in cui mettere il figlio morto in croce. E poi, esiste una ricchezza come quella del giovane ricco che, per non rinunciare a tutti i suoi averi, perde occasione di perseguire la sua salvezza.

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