venerdì 8 marzo 2019

Se tu mi guardi, divento bella

Tempo fa mi è capitato tra le mani un file con le lettere di Santa Chiara d’Assisi a Santa Agnese di Praga. Nell’ultima di queste lettere Chiara parla di Gesù come “specchio senza macchia”, e invita Agnese a specchiarsi in Lui tutti i giorni. A tal proposito le scrive “Questo specchio, guardalo ogni giorno, o regina, sposa di Gesù Cristo, e di continuo scruta attentamente in lui il tuo volto, cosicché interiormente ed esternamente tutta ti adorni, avvolta e cinta di vari colori, adornata pure con i fiori e le vesti di tutte le virtù”. 

Chiara sa che per una donna la bellezza è importante e dice ad Agnese che se vuole essere bella (non solo dentro ma anche fuori) deve guardarsi in Gesù. Cioè passando attraverso Gesù ci si riconosce belle, ma anche guardando se stesse nel modo in cui Gesù ci guarda ci si scopre belle.

Volevo approfondire l’argomento che mi incuriosiva molto, così mi sono imbattuta in un testo della poetessa cilena Gabriela Mistral che mi ha aiutato a chiarirmi meglio le idee. È la prima strofa che mi ha colpito particolarmente:

Si tú me miras, yo me vuelvo hermosa 
como la hierba a que bajó el rocío, 
y desconocerán mi faz gloriosa 
las altas cañas cuando baje al río. 

“Se tu mi guardi, io divento bella”. È l’esperienza dell’essere guardati, dell’essere amati che ci rende belli? L’esperienza che in molti casi una donna fa è quella di sentirsi più bella, più forte, più coraggiosa perché si sente amata, si sente guardata per la prima volta con amore per ciò che è. Poi tutto comincia ed entrare in una “normalità” e ci si fa meno caso. Però l’esperienza è reale: quando qualcuno che ti vuole bene ti dice che sei bella ti senti così.

Nel momento in cui non riesci a riconoscerti più, quando perdi la tua bellezza esteriore o interiore, c’è solo un posto in cui puoi ritrovarla, ed è nello sguardo di chi ti ama e ti considera più preziosa di ogni cosa al mondo. Santa Teresa d’Avila aveva vissuto questa esperienza nel dialogo d’amore con Dio e riesce a descriverla in una meravigliosa poesia (da cui Giuni Russo ha tratto una canzone: https://youtu.be/nwPSTBwJIyI):

Anima, cercati in me,
e, cercami in te.
L’amore è arrivato a tanto,
a riprodurti in me, o Anima,
che nemmeno il più grande pittore
potrebbe, con tanto talento,
disegnare una tale immagine.
Per amore fosti creata,
bella, bellissima, e per questo
dipinta nelle mie viscere,
se ti perdessi, amata mia,
dovresti cercarti in me.
Perché so che troverai
nel fondo del mio cuore il tuo ritratto,
dipinto in modo così rassomigliante
che, vedendoti, ti rallegrerai
di vederti così splendidamente dipinta.
Se per caso, non sapessi
in quale luogo trovarmi,
non andare di qua e di là,
ma, se vuoi trovarmi,
cercami in te.
Poiché sei il mio focolare,
la mia casa, la mia dimora.
Chiamo, in ogni momento,
se trovo chiusa
la porta del tuo pensiero.
Fuori di te, non cercarmi,
poiché per trovarmi,
basta che mi chiami;
e a te verrò senz’indugio.
Cercami in te. 

Il testo della lettera di Santa Chiara a cui accennavo all’inizio prosegue parlando della Croce come luogo in cui si può trovare questo specchio in cui riflettersi. Forse specchiarsi in Gesù crocifisso è riconoscere la propria bellezza? 

Penso a tutte le donne che non riescono a vedersi belle né fisicamente nè interiormente. Penso a coloro che sono capaci di riconoscere la bellezza negli altri ma non in se stesse. Fare l’esperienza di uno sguardo che ti ama è imparare a guardare a te stessa con gli occhi di Dio così come hai imparato a farlo con gli altri.

Ma diventi bella se riesci a vivere una vita radicata in Dio, se resti così unita a Lui da diventare con lui una cosa sola, se le croci che vivi diventano strumento di resurrezione per te e per gli altri. 

Sei bella se diventi un luogo di Dio. Se chi ti guarda e ti parla trova Dio, è questa la bellezza che sei chiamata ad avere. Come Chiara, come Teresa, come Maria. 

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