domenica 12 gennaio 2025

Porta Santa e Porta Sacra

L’anno giubilare è ormai iniziato. La città di Roma è in fermento e i pellegrini iniziano ad arrivare da ogni luogo del mondo per varcare la Porta Santa il cui passaggio (come ci ricorda il sito ufficiale del Giubileo) “sta anche a significare che il proprio cammino di conversione è arrivato all’incontro con Cristo, la ‘Porta’ che ci unisce al Padre. La Porta sempre aperta per chi si converte”.

Questo, però, è lo “straordinario”. L’Anno Santo, infatti (a meno di alcune eccezioni), con i suoi riti e le sue tradizioni, si ripete ogni venticinque anni. Tuttavia, nell’ordinario delle nostre vite, c’è una porta che, se non santa, è almeno “sacra”: è la porta delle nostre case. Da essa usciamo ogni giorno per andare incontro al mondo portando ad esso, nei luoghi che abitiamo (lavoro, amicizie, comunità), il nostro essere figli di Dio. Lo facciamo, a volte, senza tanti proclami, testimoniando con le azioni. Altre volte l’annuncio è esplicito.

Per questa porta “sacra”, però, ci passiamo anche per rientrare in casa portando con noi le fatiche e le gioie della giornata e condividere tutto questo con chi amiamo. Rientrando da questa porta dovremmo sentire la responsabilità di costruire un mondo migliore partendo dagli affetti più vicini.

Questa porta è “sacra” perché ci ricorda che non siamo fatti per vivere nella nostra zona di confort, ma per andare fuori, scomodandoci e sporcandoci le mani per amare il mondo, portando la missione cristiana li dove siamo chiamati a vivere. La porta di casa ci ricorda che noi siamo chiamati a fare un passo oltre noi e farlo ogni giorno.

Questa porta è “sacra”, inoltre, perché ci ricorda che c’è sempre un luogo dove tornare per ristorare la nostra anima che grida e gioisce.

Che si esca o si entra, questa porta ci ricorda che c’è sempre un buon motivo per vivere.