mercoledì 22 marzo 2023

Dal gioco al Vangelo

Era una sera fredda di novembre… sinceramente non ricordo se era fredda. Ricordo solo che era il lunedì della Prima settimana d’Avvento del 2020. Ero seduto sulla poltrona nell’ozio più totale. In verità guardavo la tv con Angelica quindi non ero ozioso: gli occhi erano funzionanti e anche il cervello lo era. Non ricordo nemmeno  cosa stavamo guardando ma rammento benissimo che era dal giorno precedente (la Prima Domenica di Avvento) che mi risuonava una parola del Vangelo: “vegliate” di Mc 13,33-37. Ricordo che quell’imperativo, ascoltato centinaia di volte in vita mia, mai come quell’anno mi stava interrogando. Stavo vegliando? Come stavo vegliando? La mia lanterna era accesa?

Mentre pensavo a tutte queste cose, come per ispirazione, immaginai una minifigure LEGO (i famosi omini per intenderci) con una lampada in mano. In verità c’è un motivo che mi ha portato alla mente questa immagine. Infatti, era già da qualche anno che fotografavo LEGO, in particolare fotografavo una minifigure che mi rassomigliava mentre faceva varie azioni. Non sono folle, non avevo le allucinazioni. Non vedo pupazzi che alla Toy Story si muovono per casa. Ero io che mettevo questa minifigure con una salopette blu, la barba e senza capelli in posa mentre mi aiutava a fare una pizza, le pulizie di casa, a potare le piante o a tinteggiare un muro. Mi divertivo con quel mio alter ego (da questo momento lo chiameremo alter (l)ego) e a ritrarlo nelle situazioni più disparate. Lo portavo anche in vacanza con me per poterlo fotografare. Con gli anni ho inventato anche l’alter (l)ego di mia moglie. Mica ci stavo solo io in casa a fare le cose. In pratica raccontavo quello che facevo fotografando questa (queste) minifigure. Se andate sul mio profilo Instagram e cercate le foto con l’hashtag #giovannichefacose, trovate tante di queste foto e capite a cosa mi riferisco.

Comunque, quel lunedì sera di novembre, il 30 per essere precisi, mi alzai dalla poltrona (per chi mi conosce sa quanto possa essere pesante per me alzarmi dalla poltrona la sera), presi il mio alter (l)ego e gli misi tra le mani gialle una lanterna presa dalla minifigure LEGO di Sinistro, nemico di Lanterna Verde (per i non nerd, questi due soggetti sono personaggi DC Comics). Successivamente poggiai il mio alter (l)ego sul tavolo e lo fotografai. Avevo creato il mio primo #giovannichefacose che rappresentava una frase del Vangelo. In verità l’imperativo di un verbo: “vegliate!”.

Tuttavia, l’immagine così non mi piaceva tanto e decisi di impaginare la foto con Canva (strumento di progettazione grafica) aggiungendo alla fotografia il verbo sopra citato con il riferimento biblico del Vangelo da cui era tratto e lo condivisi sui miei profili social. Fu così, che quasi per gioco, nacque #laparoladelladomenica. Il giorno dopo mi scrisse una persona lontana dalla Chiesa per dirmi che, nonostante non credesse, le avevo fatto venire voglia di andare a leggere quel brano del Vangelo. Ero incredulo, un giocattolo era riuscito a fare quello che io non ero riuscito in tanti anni. Confrontandomi con mia moglie e con il mio direttore spirituale, mi resi conto che questo mezzo poteva essere un buono strumento per far passare una parola o una frase delle Sacre Scritture. Decisi, quindi, di continuare. Dopo un po’ quest’avventura cambiò nome in #laparoladellafesta perché iniziai a fotografare anche il Vangelo delle festività e dei giorni in cui la Chiesa ricorda determinati santi e beati.

Con il tempo mi sono reso conto che quello che facevo era importante soprattutto per me. Ogni volta che scatto una foto, infatti, sono il primo a fermarmi su quel brano per meditarlo. Devo essere sicuro della frase che voglio rappresentare perché questa deve soprattutto parlare alla mia vita. Mi sono reso conto che, fino ad allora, erano poche le volte che mi fermavo a meditare sulla Bibbia e che, forse, avevo trovato un modo che potesse aiutarmi a farlo. Non solo questo. Ogni volta che devo fare una foto mi confronto con gli artisti del passato e guardo i loro quadri. In poche parole mi lascio ispirare anche da chi è artista sul serio facendo di quest’attività anche un toccasana per la mia cultura artistica.

Dopo un anno di attività “legosa-evangelica” avevo deciso di aprire un profilo Instagram ad hoc. Mi sono reso conto che, se volevo far funzionare #laparoladellafesta, dovevo farmi da parte, dovevo fare un passo indietro affinché passasse Dio e non la mia persona. 

Ho sempre detto che il gioco è una cosa seria. Non smetterò mai di dirlo e far passare Dio con un giocattolo è la dimostrazione che ero sulla buona strada. Dovevo solo capire quale era.

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