“Non è affar nostro”
da bocca frase è uscita
ma resta come inchiostro.
Di indelebile macchia
di inumana viltà
di cuore inaridito
da cieco egoismo.
È sempre affar nostro
se a soffrire è il fratello
mentre porta il suo fardello
che lo schiaccia
e, senza respiro,
fa fatica a camminare.
È sempre affar nostro
perché il male che vediamo
oltre la siepe del nostro giardino,
con forza ci invade
e cambia la nostra vita.
Il cuore in subbuglio
con dolcezza suggerisce:
“Se avessi capito
che in fondo era affar tuo,
la tua coscienza ora
vivrebbe serena.”
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