Non cedete mai alla tentazione di aprire la cronologia dei browser dei vostri figli perché potreste restare sconvolti. È quello che è accaduto a me con uno degli adolescenti della comunità in cui lavoro. Mi chiese un favore, non riusciva a ritrovare un sito sul quale aveva visto una cosa e gli diedi una mano controllando la sua cronologia. Lui fu ingenuo ma io fui sconvolto dalla quantità di siti pornografici che aveva visitato.
Cerchiamo di sfatare un mito: questo fenomeno non è prerogativa maschile ma ci sono delle ricerche degli ultimi anni che affermano che il fenomeno in questione prende piede anche tra le donne e, naturalmente, tra le adolescenti. C’è da sottolineare che la pornografia non è un fenomeno adolescenziale ma una grande fetta di adulti ne ha una dipendenza.
Cosa spinge i nostri giovani a usufruire di questo materiale che è presente in rete? Bisogna distinguere due ordine di cose. Senza ombra di dubbio la facilità di accesso e la gratuità sono degli indicatori fondamentali. Un altro concetto importante è la pornografizzazione che sta assumendo una cornice importante non solo per internet. Questo termine indica quel processo che vede estendere la pornografia oltre i limiti in cui era confinata nel passato. Per i nostri ragazzi questo è deleterio perché, in una fase della vita in cui sono alla scoperta del nuovo, in cui subiscono dei cambiamenti corporei impostanti e in cui iniziano a fare i conti con la sessualità, è pericoloso. La pornografizzazione rischia di trasformare la sessualità in una mera prestazione e non più come atto emotivo. Questo processo è un male perché esclude il cuore e i sentimenti dalla sessualità puntando l’attenzione sulla pratica. Infatti, la tecnica (che nel caso della pornografia è denigrante della persona), insieme alla dipendenza che si può avere con il tempo, sono la cosa più pericolosa che ci troviamo davanti.
Cosa possiamo fare affinché i nostri ragazzi non cadano nel tunnel della pornografia? Possiamo mettere in pratica due cose importanti. Per prima cosa dobbiamo essere esempio con i nostri comportamenti; dobbiamo essere i primi a non mostrarci inclini alla pornografizzazione; non dobbiamo, ovviamente, cadere a nostra volta nella dipendenza alla pornografia; dobbiamo, inoltre, imparare a moderare il nostro linguaggio e i nostri atteggiamenti per mostrare la bellezza della sessualità e non una parte volgare e sporca che non le appartiene.
L’altra cosa che possiamo fare è l’ascolto. Spesso, infatti, l’approccio alla pornografia avviene per i dubbi e le domande sulla sfera sessuale che i ragazzi non hanno il coraggio di porre agli adulti. Stiamogli accanto, accettando i loro silenzi e i loro dubbi, solo così si sentiranno accettati e saranno pronti ad aprirsi perché non si sentiranno soli.
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