lunedì 2 novembre 2020

A Dio maestro!

In genere trovo stucchevoli i post delle persone quando muore qualcuno di famoso, tutti si sentono in dovere di manifestare il proprio dispiacere. Tuttavia, mi rendo conto, ci sono dei personaggi a cui nessuno può sottrarsi a questa dinamica.

Gigi Proietti è uno di questi. Lo chiamano “maestro” e fanno bene perché è stato un personaggio che ha legato tre generazioni di italiani e quelle che verranno non sapranno cosa vuol dire ascoltare una sua barzelletta, vedere un suo film, sceneggiato, assistere ad un suo spettacolo teatrale o ascoltare un personaggio da lui doppiato e riconoscerne la voce. Provo tristezza per loro. 

Oggi l’Italia perde un pezzo importante della sua storia artistica e un po’ tutti dovremmo esserne tristi. Il cinico dice che “tutti devono morire”, e magari a dirlo sono quelli come me che hanno subito un lutto che dopo quasi vent’anni fa ancora male. È vero che in tanti muoiono nel silenzio (soprattutto in questo tempo di pandemia) ma non si può negare che alcune morti, anche di personaggi che non conosciamo direttamente, incidono sulla nostra vita in maniera dura e ruvida. Se non ci rendessimo conto di questo la giornata di oggi, 2 novembre, non avrebbe senso commemorarla.

Ciao maestro, ciao core!

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