
Anche questo libro mi ha aiutato a scoprire la bellezza del mondo femminile e non solo perché ho scoperto che YSL è una marca di cosmetici e non una squadra di calcio del campionato olandese, ma perché Costanza, nelle pagine del suo libro, ti prende per mano con la sua scrittura che non annoia, piena di aneddoti personali e amicali, e ti accompagna in un universo, quello delle donne, che a noi maschi resta sempre un mistero invalicabile.
Ogni capitolo del libro, scritto sotto forma di lettere alle figlie della stessa scrittrice, Costanza affronta i temi che più caratterizza l'essere femmina. Il titolo declina questo "essere" all'imperfetto e non perché si sente la mancanza di una società patriarcale che ha fatto tanti danni (mi rivolgo ai tanti critici: non vi fermate al titolo come avete fatto con i precedenti libri) ma perché, purtroppo, l'essere femmina è stato svuotato del senso innato di ogni donna: quello della donazione che si manifesta a lavoro, in famiglia, nei rapporti di coppia e in quelli con i figli; perché la donna è stata svuotata della sua vocazione all'essere feconda anche quando non si hanno figli sia perché la natura non vuole sia perché Qualcuno ha pensato ad una vocazione diversa dal matrimonio.
Un libro, questo, leggero ma intenso nel contenuto, nel quale non mancano riferimenti teologici mischiati con lustrini e paillettes; nel quale non mancano critiche ad un femminismo che, tradendo le buone ragioni per cui è nato, ha portato ad una deriva individualista che ha svuotato l'essere femmina. In questo libro, Costanza, ci restituisce l'immagine di una donna che è importante per la società perché è dal mondo femminile che dipende il benessere spirituale del mondo.
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