Il mio amico non è fortunato come
noi. Non cammina, ha bisogno di essere imboccato ed è dipendente in tutto da noi che siamo i suoi amici più grandi: lo laviamo, lo accompagniamo a scuola,
lo vestiamo.
Il mio amico sta in carrozzina e
non può spingerla da solo. Non ce la fa.
Il mio amico trova nella musica il
suo sfogo. Ha una memoria impressionante e un repertorio musicale da
fare invidia a iTunes.
Il mio amico mi chiede come
sto e cosa ho fatto a casa ogni volta che mi incontra. Il mio amico è educato, ovvero, a modo suo è
educato, bisogna solo capirlo.
Il mio amico, quando siamo insieme
a messa, mi spiazza con frasi (naturalmente urlate creando un po'
d'imbarazzo) del tipo “Prete hai detto una bella messa!”, oppure
con frasi più profonde del tipo “ma Gesù è risorto e non muore
più?”, “Sono contento perché Gesù è risorto”.
Il mio amico riesce a mettere
in discussione la mia fede ogni giorno. Il mio amico mi fa tornare a
casa pensando “Sono contento che Gesù sia risorto?”.
Il mio amico mi ha insegnato a vedere in lui non solo Cristo in croce
ma soprattutto Gesù risorto, la speranza e la gioia oltre la
sofferenza.
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