lunedì 8 novembre 2021

Dialogo sulla Christian Music

“Perché Christian Music? Perché usare un termine in inglese?”

“Perché fa figo!”

“Non dire sciocchezze MiniG… questo quesito mi perseguita da qualche giorno.”

“Chiedilo a chi fa questo genere di musica.”

“Non mi sei d’aiuto.”

“Grazie, altrettanto.”

“Ho l’impressione che il termine Musica Cristiana in Italia non attaccherebbe.”

“Manco quello inglese. Non mi pare sia così diffuso questo genere musicale.”

“Qui sbagli. Non è un genere musicale. Conosco cantanti e gruppi di Christian Music che fanno rock, pop, rap…”

“Rap?”

“Sì, ascolta SINAI…”

“Ma io ascolto quello che ascolti tu e a te il rap non piace.”

“In effetti… ma era per dirti che la Christian Music non è un genere. Lo vedo come uno stile che vuole raccontare la bellezza dell’essere cristiani.”

“Ma tu, poi, l’hai sempre snobbata.”

“Sì, ma nella vita ho cambiato opinione su molte cose. Il problema è che ho sempre considerato la musica cristiana come pallosa. La confondevo con i canti da messa. Belli eh… ma non da ascoltare in macchina mentre vado a lavoro.”

“Poi cosa è successo?”

“È successo che grazie agli Oblati di Maria Immacolata ho iniziato ad ascoltare Kantiere Kairòs e ho scoperto che si può fare musica cristiana, parlare di Gesù senza nominarlo ottocentomila volte in un testo. Non che sia un male. So benissimo che solo a pronunciarlo Belzebù fila a gambe levate ma ho sempre avuto l’impressione che per molti artisti bastava inserire il nome di Cristo nei testi delle loro canzoni mille e mille volte per considerarsi artisti di musica cristiana.”

“Infatti molte canzoni di questi cantanti sembrano uguali…”

“E sembrano musica liturgica. Comunque, con il tempo mi sono avvicinato ad altri artisti che fanno musica cristiana nel senso che piace a me: Mienmiuaif, Reale, The Sun, Debora Vezzani, Romilda, Mariagrazia Petrillo…”

“È parente?”

“Di Enrico?”

“No, del tuo vecchio collega universitario, Francesco.”

“No, gliel’ho chiesto.”

“Ah…”

“Sono tutti artisti diversi ma che riescono a parlare della bellezza dell’essere cristiani con la loro arte.”

“Però resta il fatto che sia poco diffusa la Christian Music in Italia.”

“Hai ragione. Secondo me lo è per due motivi. Il primo è che è snobbata da tutti soprattutto dalle case discografiche che, ideologicamente prevenute, non si rendono conto che potrebbero acquisire una fetta di mercato importante. L’altro motivo, secondo me, è perché nel mondo cristiano c’è ancora tanto clericalismo che non promuove musica cristiana laica.”

“Per non parlare del campanilismo.”

“Bravo! Tra noi cristiani, in particolare tra i cattolici, vige la regola che bisogna promuovere solo le cose della nostra cerchia, come se le cose fighe non possano nascere da altri movimenti, gruppi e associazioni che non siano dei nostri. Capirai che, in questo modo, la Christian Music resta relegata in una nicchia.”

“Quindi meno RNS e più Reale!”

“No, ci vogliono entrambi perché sono cose diverse.”

“Ah.”

“Eh.”

“Vado a fare il caffè.”

“Bravo, e ricordati di girarlo con il cucchiaino prima di versarlo della tazzina.”

“Scusa… e Nek e gli U2?”

“Vai a fare il caffè.”

“Ricevuto.”

Nessun commento:

Posta un commento