mercoledì 24 novembre 2021

Perché a chi non ha sarà tolto?

“A chi ha, sarà dato; invece a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha.” (Lc 19,26)

È da qualche giorno che penso a questa frase del Vangelo, da quando, dopo averla condivisa come storia sul profilo Instagram de @laparoladellafesta, mi è stata posta un domanda secca: cosa significa? Perché, diciamoci la verità, sembra proprio che questa frase premi chi ha tanto e punisca i poveri. Ma è davvero così? Ovviamente no. Bisogna contestualizzare. Gesù ha appena finito di raccontare la parabola dei talenti, la storia del re che parte, lascia dei talenti (soldi) ai suoi sottoposti che li investono facendoli fruttare. Solo uno di loro ha nascosto l’unico talento ricevuto per timore del suo padrone. Il re, allora, decide di togliergli tutto e dare di più a chi ha fatto fruttare il suo patrimonio durante la sua assenza.

Visto in quest’ottica è tutto diverso. Mi sono accorto che Dio non è cattivo e malvagio ma giusto. Egli, infatti, ci invita a crescere nell’amore e a farlo con i nostri talenti (in questo caso non mi riferisco ai soldi). Siamo chiamati a far crescere il Suo regno annunciando il Vangelo e guai a noi se non lo facessimo (1Cor 9,16). Noi siamo interpellati in prima persona con quello che siamo a portare la Buona Novella agli altri e a farlo con parole, opere e azioni (trittico indissolubile). Per questo motivo Dio è esigente con noi: perché vuole che il suo amore arrivi a tutti e che siamo noi a farlo arrivare.

Chiediamo al Padre che possiamo crescere nell’amore e di far fruttare il suo amore donato per non ritrovarci soli, desolati e senza nulla tra le mani che il vuoto che la Sua assenza porta nei nostri cuori.

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