venerdì 19 febbraio 2021

Giovanni, che nano sei?

L’altro giorno, in casa famiglia, parlavamo dei sette nani della fiaba di Biancaneve. Ad un certo punto qualcuno mi ha chiesto in quale dei nani mi identificassi di più. Ho subito pensato a Brontolo (e mia moglie sarà sicuramente d’accordo con questa mia identificazione). Io mi lamento sempre, sto sempre a brontolare se non mi va di fare una cosa o se qualcuno mi da fastidio. Non sto a raccontarvi di quanto mi lamento quando sono raffreddato o dolorante... e lo sono spesso. A questo pensiero mi viene in mente che potrei essere benissimo Eolo che con i miei starnuti faccio affacciare le persone del condominio di fronte.

Poi penso alla mia passione per la lettura e lo studio e mi viene in mente che Dotto mi si addice di più... ma pure Pisolo va d’accordo con la mia pigrizia. Per non parlare della timidezza di Mammolo che a tratti sento mia; dell’ilarità di Gongolo che contraddistingue il mio carattere; del fanciullo Cucciolo che mi rappresenta con i miei Lego e la voglia di far uscire, ogni tanto, il bambino che è in me.Insomma, non sono riuscito a trovare un nano che mi rappresentasse e questa cosa non mi meraviglia perché io odio le etichette. Queste mi fermano, mi bloccano in una definizione di me stesso che molto spesso non mi si addice. Le etichette sono un vestito troppo stretto che se indossato si rompe con una forza dirompente.

Allora? Che nano sono? Sono tutti e sette. Sono bianco e nero contemporaneamente e racchiudo tutte le sfumature che ci sono tra questi due estremi. Sono semplicemente Giovanni.

E tu? Che nano sei?

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