domenica 4 agosto 2024

Italicus, la strage impunita

Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1974, alle ore 1:23, una bomba molto potente esplose nel quinti vagone del treno espresso 1486 ("Italicus"), proveniente da Roma e diretto a Monaco di Baviera passando per il Brennero.

Morirono 12 persone.

La strage, aveva la stessa matrice di quella di Piazza Fontana e Piazza della Loggia. La strage della stazione di Bologna avrebbe scosso la vita degli italiani nel 1980.

Nella notte tra il 3 e 4 agosto 1974, una furia omicida e terroristica ha cercato di minare le fondamenta delle nostre Istituzioni. Le ha fatte tremare di brutto ma, alla fine, hanno retto. A che prezzo ancora non lo sappiamo, possiamo solo immaginarlo. Terroristi rossi e neri, in quegli anni, hanno più volte tentato di far prendere alla paura il sopravvento nelle vite degli italiani. In parte ci riuscirono.

Nella notte tra il 3 e 4 agosto 1974, una bomba esplode e oggi, a distanza di 50 anni, quella strage resta ancora impunita.

 

martedì 23 luglio 2024

La formazione quotidiana

Il lavoro di educatore è ricco di formazione e di aggiornamento perché non basta amare i giovani che vengono affidati alle cure educative per fare un lavoro dignitoso. C’è tanto studio, tanta fatica. Lo dico sempre ai ragazzi che non si smette mai di studiare. Non mi credono ma restano stupiti quando dal mio zaino tiro fuori un libro che sto studiando.

Tuttavia, c’è una formazione che si fa sul campo, quella che nessun albo professionale può spiegare o contenere: quella che fanno i ragazzi con la loro quotidianità. La fanno quando mi chiedono di asciugare folti capelli ricci (io che non ne ho); quando giovani donne preadolescenti mi mettono di fronte al loro mondo fatto di amori e interessi femminili (quelli che “non puoi capire perché sei maschio”); quando cercano di farmi entrare in mondo musicale che non amo e poi sono costretto a studiare i brani quando torno a casa; quando mi spiegano un videogioco che va di moda di cui conosco solo il nome.

Tutto questo costa fatica, la stessa che spendo sui libri ma altrettanto necessaria perché, come disse San Giovanni Bosco, “Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani”.

sabato 6 luglio 2024

Grazie Trieste


Trieste, in questi due giorni, è stata l’occasione di incontrare vecchi amici e incontrarne di nuovi: rapporti nati in digitale ma che si abbracciano nell’analogico. Alla faccia di chi dice che il digitale non è reale; che non può portare nulla di nuovo; che alimenta rapporti effimeri.

Trieste, in questi due giorni, è stata l’occasione di ascoltare parole nuove, di partecipazione. Perché questa è importante per alimentare la speranza che deve albergare le nostre periferie. Non solo quelle urbane ma anche quelle culturali. Per fare terra di testimonianza anche le periferie esistenziali che albergano le nostre vite.

Grazie Trieste.

venerdì 5 luglio 2024

Trieste e dintorni

Tre cose su Trieste.

  1. Alle elementari la chiamavo il “Mento d’Italia”. Non è affermativo e guardate una cartina dello Stivale per capire cosa intendessi.
  2. È l’unica città italiana sull’Adriatico dalla quale si vede il sole tramontare sul mare.
  3. È la città italiana in cui se dovete prendere un caffè dovrete imparare vocaboli nuovi.

Da ieri, per me, ce n’è un altro: è la città degli incontri, in cui, in questi giorni, se volete respirare aria di una Chiesa viva e accogliente basta inspirare profondamente.

Già sono stanco e lo sciopero dei treni mi costringerà, domenica, a fare 9 ore di autobus per rientrare a Roma. Tuttavia, sento che Dio mi voleva qui in questi giorni per fare un’esperienza di Chiesa in movimento (800 km sono abbastanza) e per fare una bella esperienza con la mia banda di evangelizzatori digitali. Al cuore della democrazia.

sabato 15 giugno 2024

Un trauma necessario

Mentre leggevo il romanzo Dune mi sono imbattuto in questa parte di conversazione del giovane protagonista.


- Uno dei momenti più terribili nella vita di un ragazzo - riprese Paul, - è quando scopre che suo padre e sua madre sono esseri umani che condividono un amore al quale lui non potrà mai partecipare. È una perdita, ma anche un risveglio, la constatazione che il mondo esiste, e che noi siamo soli.


Dedico questa a tutti gli amici che hanno figli con un invito: lasciate che i vostri figli abbiano questo “trauma”; lasciate uno spazio della vostra vita di coppia in cui i figli non entrino; prendetevi cura della coppia e non considerate i vostri figli come delle appendici di voi stessi.

Non sto dicendo di trascurarli ma di lasciare crescere loro come persone e voi come coppia perché una famiglia cresce quando a curarla c’è una coppia matura.