“Giovanni, da grande voglio fare l’educatore”.
Mi sono emozionato e ho iniziato a fantasticare sull’esempio che io e le mie colleghe e i miei colleghi siamo per questi bambini e ragazzi; del buono che prendono da noi inconsapevoli seminatori di buona speranza.
“Perché vuoi fare l’educatore?”.
Sono pronto a capire le sue motivazioni e a ricevere tutto il buono che doniamo ogni santo giorno in cui sappiamo che dobbiamo rincorrere servizi sociali, tutori e genitori che magari vogliono far imparare l’arabo ai figli (signora, forse la priorità è l’italiano).
A ricevere il buono che esercitiamo ogni volta che dobbiamo mettere in pratica la santa pazienza per sopportare bambini che non stanno fermi un attimo e adolescenti nel pieno delle loro crisi esistenziali.
“Perché guidate tanto”.
Mi cadono le braccia. Cosa passa del nostro lavoro? Giri infiniti per scarrozzarli in giro per Roma.
Caro mio bambino, fai il tassista che guadagni anche di più di un educatore.
Nessun commento:
Posta un commento