sabato 14 dicembre 2024

Partenope al plurale ma cuore unico

Ammetto che ho avuto molto timore nell’approcciarmi a Partenope, plurale. Sono due i motivi che mi frenavano. Il primo è che conosco personalmente Angelo Orefice che ha curato la parte fotografica del libro. Eravamo colleghi universitari, poi la vita ci ha fatti perdere di vista ma sono sicuro che la stima reciproca non sia mai cambiata.

Il secondo motivo che mi intimoriva era il fatto che questo libro narra storie, ti fa entrare nella vita di nove donne e a me sembrava di entrare in casa loro senza chiedere il permesso. Poi mi sono fatto coraggio perché ho capito che la porta delle loro storie è stata aperta dalla bravissima Deborah Divertito che ha saputo, con delicatezza, raccontarci di donne che hanno lottato come solo loro sanno fare; di donne che, non senza dolore e sofferenza, hanno afferrato la propria vita per le mani e con esse hanno scritto la storia più bella; donne che hanno preso la mia mano trasportandomi nel loro mondo.

È stato proprio quest’ultimo motivo a farmi fare una lettura lenta. Anche se il libro si potrebbe leggere in poche ore, ho voluto gustarmelo perché sembrava una violenza passare da una storia all’altra come se facessi zapping: non era rispettoso per nessuno. Tuttavia, Deborah è stata una brava traghettatrice e, magari sbaglio, ma spero che questo modo di approcciarmi al suo libro sia proprio quello che ha cercato raccontando queste nove vite.

A questi racconti fatti di parole sono affiancati quelli fatti per immagini. Le foto di Angelo, infatti, non sono un contorno, un modo di riempire pagine vuote, ma sono delle descrizioni visive di quello che l’autrice scriveva. Leggere le parole di Deborah tenendo a mente i visi fotografati da Angelo mi ha aiutato ancora di più a far cadere ogni velo di timore perché era come se quei volti, quelle donne, dicessero “non te preoccupa’, te stamme dicenno nuje chesti cose. Te facimme trasì pure se tieni ‘e mane vacante. L’importante è che tieni ‘o core chieno”. Lo dicevano proprio in napoletano per questo non lo traduco. Se qualcuno vuole capire cosa ho scritto, il mio invito è leggere questo libro. Capirete da soli perché solo un cuore duro non ci riuscirebbe.

1 commento:

  1. Bellissima recensione ho letto il libro e sono contenta che è stato stato recepito proprio come è stato x me

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