domenica 10 marzo 2024

Il rischio della croce

Questo che ho tra le mani è il crocefisso che ogni Missionario Oblato di Maria Immacolata ha nel momento dei suoi voti perpetui. No, non sono diventato un religioso, continuo ad essere felicemente sposato con Angelica. Il crocefisso ci è stato dato in prestito dal sacerdote che predicava la giornata di ritiro che oggi, con la mia comunità, ho vissuto. Un bel momento in cui mi sono soffermato in particolare sul rischio della croce che nasce dal fatto che quando la portiamo viviamo per essa. Il nostro dolore, la nostra sofferenza rischia di diventare un tutt’uno con la nostra persona. Ci identifichiamo nella croce e dimentichiamo, egoisticamente, tutto quello che ci circonda e tutte le croci di chi cammina con noi. Tuttavia, Gesù ci mostra la via giusta. Lui, infatti, nel momento del dolore non si è chiuso ma ha continuato ad avere uno sguardo d’amore per le donne che lo piangevano, ha donato sua madre al genere umano, ha convertito i cuori di ladri e pagani. Questo ci insegna che ci sono due modi di vivere la croce: piangersi addosso o farla diventare strumento di vita per se e per gli altri. Questo non esime dal dolore ma viverlo e abbracciarlo porta molto frutto.

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