Mia moglie l'altro giorno mi ha fatto notare che pratico, sulle piante del nostro terrazzino, la potatura estrema. Ha ragione. Le piante, spesso, per poter tornare a vivere rigogliose hanno bisogno che io, con le mie cesoie, dia loro una bella tagliata. All'inizio è triste, in effetti, guardare quelle piante potate. Tuttavia, in cuor mio, so che torneranno presto a gettare nuove gemme; so che torneranno a nascere rami, foglie e poi fiori (spero sempre che il mio limone mi dia frutti ma l'aria della Tiburtina non credo sia salutare a questa pianta). Quando poi ciò avviene, non nascondo che provo gioia e ogni volta sento il bisogno di comunicare ad Angelica che stanno nascendo nuovi germogli.
Perché racconto questo? Perché in questo periodo il cui motto è #staiacasa, mi sento un po' come queste piante. Sento che vengo potato di cose per me essenziali: i rapporti umani, lo svago all'aperto, l'Eucarestia. Sento l'importanza che queste cose hanno nella mia vita e sento la violenza con la quale queste cose mi vengono portate via.
Tuttavia, so che, come i germogli per le piante potate, tutto tornerà con più vigore, torneranno tutte le cose importanti con una forza inimmaginabile e saprò rivalutarle ancora di più.
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