venerdì 6 marzo 2020

Ad un metro di distanza

Stai lontano da chi vuoi bene: è questo, di fatto, ciò in cui si traduce la maggiore raccomandazione di questi giorni. Stai a un metro di distanza.
Perché diciamolo, nella vita normalmente stiamo tutti ad un metro di distanza dagli altri, sono poche le persone a cui permettiamo di superare quel confine invisibile oltre il quale l’altro invade la nostra sfera più personale, più intima (tranne nei mezzi pubblici di Roma, posti surreali in cui viene annullato ogni concetto di essere umano).
Nella vita ordinaria magari neppure ci pensi, ma quando sei “costretto” a non abbracciare qualcuno diventa strano, difficile, in certi casi doloroso.
Stare a un metro di distanza può essere il modo di custodire il bene dell’altro. Ma può anche diventare la scusa per tenere l’altro ad un metro da te. Perché la distanza fisica può anche diventare un’espressione della distanza del cuore. Ed è questo il rischio più grande a cui siamo esposti oggi. Perché quando hai paura, quando vuoi proteggerti, quando pensi di doverti custodire, in qualche modo smetti di guardare all’altro, ai suoi bisogni, alle sue necessità, e ti concentri solo su te stesso e ai modi in cui puoi sopravvivere.
C’è un virus più pericoloso del Covid-19 che circola in giro e non esiste tampone per verificarlo: è il virus dell’indifferenza, del chiudersi su se stessi, del pensare che, in fondo, siamo autorizzati per decreto a smettere di stare attenti all’altro e concentrarci su noi stessi. Qualcuno diceva che l'opposto dell'amore non è l'odio, l'opposto dell'amore è l'indifferenza. Ed aveva ragione. Non c'è niente che ferisce di più dell'indifferenza di chi hai accanto.
Viviamo come in un tempo sospeso oggi, senza attività, senza fretta, senza pressioni. È un’opportunità unica: non lasciare che il vuoto dalle attività si riempia di tensione e paura, ma riempilo di amore. Puoi concentrarti sulla tua famiglia e guardarla con occhi diversi. Puoi essere più attento al vicino di casa o all’amico che ha una difficoltà. Puoi fare quella telefonata che rimandi da tempo. Puoi iniziare a ricucire rapporti feriti. Puoi metterti anche a servizio di chi ha bisogno, con le dovute attenzioni e precauzioni. Puoi fare volontariato, perché le attività della caritas, le mense dei poveri, non si fermano mai. Puoi addirittura pregare di più, perché con Dio non c’è bisogno di alcuna distanza, vai sul sicuro!
Perché non guadagniamo niente se salviamo noi stessi lasciando nella sofferenza gli altri. 
Non ha senso conservare la vita se poi perdiamo il cuore.

Angelica

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