sabato 9 aprile 2016

Occasione mancata

Noi cristiani adulti, nel senso di non adolescenti (il termine cristiano-adulto è stato inflazionato negli ultimi anni), abbiamo una responsabilità verso i più giovani non indifferente. Dio ce li ha affidati per poterli accompagnare nella fede. Dopo la famiglia siamo noi che siamo chiamati a fargli conoscere la bellezza della fede in Cristo e con essa il fantastico messaggio d'amore che Gesù ha portato. Un messaggio che sappiamo benissimo essere scomodo al mondo.
I giovani devono imparare ad essere consapevoli che essere cristiani non è la via più facile ma quella della croce, del martirio che si concretizza anche nella nostra quotidianità: quando ci offendono, per esempio, per il solo fatto di seguire Gesù. I giovani devono imparare che il messaggio di Cristo non è fermo a quello dei Vangeli ma che si manifesta a noi tramite la Chiesa che, come madre, ci indica la via più adeguata per abbracciare, nella sua completezza, ciò che Gesù continua a dirci. Egli, tramite la Chiesa, ci parla, ci dice come vivere le avversità e i cambiamenti dei giorni nostri. 
Per questo non dobbiamo avere paura di dire e difendere quello che la Chiesa, che siamo noi, dice sui temi caldi: famiglia, gender, ambiente... insomma, quello che la Chiesa afferma nella sua dottrina sociale per la difesa del bene comune, ed è per questo che mi incavolo quando, per andare incontro ai giovani, si fanno errori grossolani. L'ultimo avvenuto per l'organizzazione del Giubileo dei ragazzi che sarà a Roma dal 23 al 25 aprile. Oltre agli appuntamenti più religiosi (messa, confessioni, pellegrinaggi) il Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione e il Servizio Nazionale per la Pastorale giovanile (organizzatori dell'evento) hanno ben pensato ad un momento di festa allo stadio Olimpico di Roma. Bella iniziativa, peccato che con questa abbiamo fatto un autogol. Perché? Semplice, gli ospiti che allieteranno la serata dei ragazzi non sono adatti per una festa cristiana. Non voglio alzare muri, faccio notare che tra i cantanti che partecipano alla festa ci sono Lorenzo Fragola, Francesca Michelin, Rocco Hunt, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari, Benji e Fede e i Dear Jack, cantanti che sono sicuramente vicini al mondo giovanile ma che allo scorso festival di Sanremo hanno cantato con nastri arcobaleno per difendere le istanze su unioni civili e adozioni dei movimenti LGTB. A presentare la festa ci sarà Alessia Marcuzzi che, tra Grande Fratello e Isola dei Famosi, non sembra sia una presentatrice portatrice di valori cristiani.
Noi adulti abbiamo una responsabilità verso i ragazzi e, noto con sommo dispiacere, che ce la stiamo facendo sfuggire di mano cedendo a quello che il mondo, intriso di interessi economici e di finti diritti civili, ci suggerisce con insistenza maniacale e diabolica.

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