sabato 9 maggio 2015

I fratelli Grimm e il no politically correct

Hansel e Gretel
C’è qualcosa di straordinario nelle fiabe dei fratelli Grimm. Quando ho iniziato a leggerle qualcuno mi ha detto che sono troppo cruente per i bambini: sangue, teste decapitate e streghe ammazzate. Senza dubbio tutte queste cose sono presenti e, nonostante ciò, le ho trovate pedagogiche per tre motivi. Sono gli stessi motivi che spingono il nostro Occidente ormai troppo politicamente corretto a metterle da parte come vecchie e obsolete.
Il primo è che insegnano l’obbedienza. Chi se la cava, in queste storie, sono quasi sempre coloro che obbediscono ai comandi del padre o del re: la principessa non sarebbe mai riuscita a scoprire la vera identità del ranocchio se il padre non l’avesse costretta a tenerlo con se (Il principe ranocchio). Chi si trova nei pasticci è colui o colei che non obbedisce.
Il secondo motivo è che insegnano la collaborazione. Non credo che in una società individualista come la nostra il senso di reciproco aiuto sia forte come nelle fiabe dei fratelli Grimm. Spesso gli eroi per poter portare a termine un compito hanno bisogno dell’aiuto degli altri: il principe sciocco non capisce quale principessa abbia mangiato il miele più buono senza l’aiuto delle api che aveva aiutato  precedentemente (La regina delle api). Inoltre, chi vince una sfida o porta a termine un compito grazie ad un aiuto è sempre colui che tutti chiamano lo “Sciocco” (Le tre piume). È sempre lo sciocco di turno che si rende conto dell’importanza dell’aiuto. Direi che è la sua innocenza, oso dire evangelica, che permette alla Provvidenza (altro elemento presente nelle fiabe dei Grimm) di soccorrere lo sciocco anche se quest’ultimo è considerato inetto.
Il terzo motivo è rappresentato dalla lotta del bene contro il male. Ormai in tanti ci dicono che questa lotta non esiste, non esiste un male. Anzi, spesso il male è rappresentato come un bene e il bene come un male. Tuttavia, nelle fiabe dei Grimm questa lotta è sempre presente e, anche se i personaggi hanno bisogno di scendere a compromessi con il male, rappresentato da una strega o dal diavolo, per ottenere quello che non hanno, c’è sempre presente una redenzione (Il contadino e il diavolo).
Obbedienza, collaborazione e lotta tra bene e male, sono questi i reali motivi che spingono le fiabe dei Grimm a non essere lette o ci spingono a preferirne la loro versione edulcorata. Senza dubbio ci sono, all’interno dei racconti, morti brutali ma la nostra società ha paura più dei messaggi che portano queste fiabe nate da una saggezza popolare che noi, ormai, consideriamo come arcaica.


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