sabato 27 gennaio 2024

Farsi prossimi sulle strade digitali

La parabola del Buon samaritano in questi anni è stata molto cara a papa Francesco, nel suo costante impegno ad indicare anche il mondo digitale come luogo di testimonianza ed evangelizzazione. 

Ed è proprio sulla narrazione del Buon samaritano che si fonda il recente progetto del Dicastero della comunicazione

www.fullypresent.website. Un portale - ma anche un documento di riflessione – inaugurato lo scorso 29 maggio, con l’obiettivo di stimolare la riflessione e la condivisione sul senso della presenza cristiana sui social.

“Verso una piena presenza” è una sfida e un sogno: possiamo noi cristiani essere protagonisti del cambiamento, immaginando i social come luoghi di fiducia, trasparenza, inclusione?

Lo possiamo nel momento in cui siamo capaci di riconoscere i nostri contatti, le nostre connessioni, come il prossimo di cui Gesù ci parla.

Le strade digitali sono ricche di incontri, storie, persone ferite e hanno bisogno di samaritani capaci di avere a cuore l’altro, di farsi carico delle sofferenze di coloro che incontrano. Ma per farlo è necessario prendere consapevolezza della responsabilità di cui siamo investiti.

La parabola del buon Samaritano ci sfida a confrontarci con la “cultura dello scarto” digitale e ad aiutarci reciprocamente a uscire dalla nostra zona di comfort, facendo uno sforzo volontario per andare incontro all’altro. Questo è possibile solo se ci svuotiamo di noi stessi, comprendendo che ognuno di noi è parte di quell’umanità ferita, e ricordando che qualcuno ci ha guardati e ha avuto compassione di noi. […] La parabola può ispirare le relazioni sui social media perché mostra la possibilità di un incontro profondamente significativo tra due perfetti sconosciuti. Il Samaritano abbatte il “divario sociale”: va oltre i confini dell’accordo e del disaccordo. Mentre il sacerdote e il Levita passano accanto all’uomo ferito, il viaggiatore Samaritano lo vede e ne ha compassione. Compassione significa sentire che l’altra persona è una parte di me. Il Samaritano ascolta la storia di quell’uomo; si fa vicino perché è mosso dal di dentro.

Imparare la prossimità sui social è un cammino fatto di tentativi, vittorie e fallimenti. Non è facile neanche per i cristiani uscire dalle bolle di isolamento, individualismo, autoreferenzialità e narcisismo verso cui la cultura social ci spinge naturalmente. È necessario partire da una relazione con Dio alimentata costantemente, da una vita di fede di qualità e una pratica di azioni di prossimità realizzate con chi, fisicamente, abbiamo accanto ogni giorno nella nostra vita.

E mai dimenticare che ogni azione, ogni testimonianza, ogni atto creativo di evangelizzazione, deve partire sempre da un’esperienza di comunità e tendere alla comunione.



Da Missioni OMI n. 3, Luglio-Settembre 2023.

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