mercoledì 13 gennaio 2021

Parlare di case famiglia al bancone dei salumi

Foto di una “triste” attività di una casa famiglia

Al supermercato, al bancone dei salumi siamo io e un vecchietto. La salumiera di turno ha chiesto chi fosse il primo. Sono io ma, mosso dal mio animo gentile (e dal fatto che stamattina non faccio le cose di corsa), decido di far passare per prima il vecchietto.

“Signore vada lei, tanto oggi vado con calma che non lavoro, non ho turno.”

L’uomo mi ringrazia compra quello che gli serve e va via.

“Che lavoro fa lei?” Mi chiede la salumiera.

“Lavoro in casa famiglia.” A questa frase la poveretta mi guarda con uno sguardo strano, non so se di condanna o altro. 

“Bel lavoro, peccato per quei poveri bimbi.”

“Per molti è un bene stare in casa famiglia...”

“Per tanti no, si sentono delle cose...”

Io, che ho deciso di non vivere più come uno struzzo le rispondo: “Mica stanno in carcere? Io mica sono un carceriere? Lo sa che i minori che vivono in casa famiglia sono liberi? Sa che, tutti i minori che sono nella casa famiglia in cui lavoro fanno sport, musica e altre attività, tutte esterne e che scelgono loro? Lo sa che alcuni si sono riscattati proprio stando in casa famiglia?”

La ragazza mi ha sorriso, mi ha dato la mia triste bresaola e ci siamo salutati.

Mentre andavo alla cassa mi sono reso conto dei danni che i giornali fanno alla ricerca di scoop che non esistono e di politici che urlano contro il sistema dell’accoglienza solo per ottenere consenso popolare. Mi sono stufato di sentirmi dire “che ne pensi di Bibbiano”. C’è un processo, dei capi d’accusa e saranno i giudici a decidere. In uno stato di diritto si è innocenti fino a prova contraria. Purtroppo ce lo scordiamo spesso e siamo pronti a salire sul carro della accusa pubblica e della gogna mediatica.

Tutti a parlare dei 200-400€ al giorno per ogni bambino ospite in casa famiglia senza informarsi se ciò sia vero o no (non lo è).

Il sistema non è perfetto, lo so. Tuttavia, è un sistema e, in quanto tale, formato da tanti attori che possono lavorare bene ma possono farlo anche male e, quando ciò accade, ne risente tutto l’apparato. Ciò non vuol dire che è tutto marcio. Se ho un dolore ad un braccio non penso che io stia per morire ma curo il male. Se un’ingranaggio dell’accoglienza non funziona non bisogna dire che va tutto in malora ma si cerca di riparare il danno.

C’è del marcio? A volte sí. Tuttavia, se compro una cassetta di mele e al suo interno ci sono frutti andati a male butto l’intero acquisto o solo le mele marce?


 

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