lunedì 20 maggio 2019

Fede e propaganda

Sto rischiando di diventare monotematico ma il nostro ministro dell'Interno, Matteo Salvini, mi spinge a condividere alcuni pensieri nati dopo la sua manifestazione a Milano di sabato scorso.
Sento il dovere morale di doverlo fare pubblicamente perché è stato colpito il mio essere cristiano. Non mi riferisco al Rosario esposto come un feticcio al suo comizio (chissà se il ministro lo prega oltre che usarlo per la sua propaganda); non mi riferisco al fatto di voler affidare l'Italia a Maria (anche io quando prego lo faccio) o al fatto di citare i santi patroni d'Europa. Mi offende il suo arrogarsi ad essere rappresentante dei cattolici (quelli onesti, come dice lui).
Non mi soffermo sulla sua vita privata. Non m'interessa. Conosco persone divorziate, risposate e con figli che potrebbero insegnarmi tanto sul vivere la fede. Mi fa arrabbiare la sua ambiguità che lo fa diventare paladino della cristianità da una parte e, dall'altra, permette i suoi sostenitori ad offendere papa Francesco. Basta leggere i commenti sotto ai suoi post e sentire i fischi di sabato contro il Papa. E lui lo permette, lui, che si dice cristiano e cattolico, permette che venga offesa la persona di Francesco. È inaudito! Nel suo creare nemici è riuscito a convincere i tanti cattolici che lo votano che il Papa è uno di questi.
Tremendo è il suo piano che trova terreno fertile in un'ignoranza funzionale che vuole le persone sempre più pecore, animali che dovrebbero andare dietro al "pastore" di turno. Noi cristiani dovremmo ricordare che l'unico pastore che vale la pena seguire è Gesù Cristo e non il politico di turno.
Per questo voglio invitare coloro che decideranno di votare Lega che se proprio vogliono (o devono) farlo non lo facciano per il fatto che si sentono rappresentati come cristiani che di cristiano, nel suo pensiero, c'è veramente poca roba.

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