venerdì 19 aprile 2019

Dio si lascia vincere dall'amore

Ci sono momenti nella vita in cui ti trovi ad essere come Giovanni sotto la croce; altre situazioni in cui sei Maria sotto la croce; e poi ci sono quei momenti in cui sei chiamato ad essere tu sulla croce come Gesù, con Gesù.
A volte ti trovi a stare accanto a chi soffre, a condividerne il dolore, a sperimentare l’impotenza davanti alla sofferenza; accompagnare una madre o un padre anziano, sostenere una persona che ami nella malattia, stringere la mano ad un amico che non ce la fa.
Il dolore può entrare nella tua vita per una malattia che ti devasta, per un figlio che ti dà pena, per un fratello che ti ferisce nel profondo. Succede per una ingiustizia subita, una violenza fisica, verbale o psicologica; può essere per un amico che ti delude, un marito che non ti comprende, un amore non corrisposto. Puoi trovarti nella solitudine più amara, nell’indifferenza atroce di chi ti sta vicino, nell’incapacità di trovare un senso alla tua vita, nella lontananza da chi ami.
Quando ti trovi nel buio più profondo, nella più fitta disperazione, non è facile venirne fuori. Non ce la fai più a credere alla vita, non ce la fai a sognare, a guardare al futuro. Per alcuni il peso diventa così insopportabile da preferire la morte. Non c’è conforto e non c’è consolazione.
Quando arrivano questi momenti nella vita trovo utile ricordarmi di 3 cose:
  • di avere fede: il dolore appare sempre come una punizione divina oppure come un'ingiustizia che Dio ti sta facendo. Va bene arrabbiarsi con Dio, va bene sfogare tutta la propria frustrazione e il proprio dolore. Ma mai, mai dimenticare che hai fede in un Dio che è buono e che ama. È importante non dubitare mai dell’amore di Dio perchè è il motivo per il quale Lui di certo non ti farà soccombere sotto il peso del tuo dolore.
  • di avere speranza: questa è la parte più difficile. La sofferenza ti rende incapace di pensare che non durerà per sempre. Invece tu sai che ogni croce porta con sé anche la resurrezione: è la promessa che Cristo ha fatto. E anche se senti che il tuo cuore è a pezzi, se senti solo freddo dentro di te, Dio, che è buono, ti donerà di nuovo il calore e risanerà tutto prima o poi. 
  • di avere carità: se sei sulla croce è il momento giusto per imparare a guardare il mondo con gli occhi di Gesù crocifisso. Allora sarai più pronto a comprendere il dolore degli altri, le fatiche e le sofferenze altrui. Ma, soprattutto, quando ti butti ad amare gli altri nonostante il tuo dolore, riesci ad uscire da te stesso. Il dolore non passa, ma non resta l’unica cosa che c’è nella tua vita. 
    È importante anche imparare la carità verso te stesso, rispettare i tuoi tempi, volerti bene se non ce la fai, fare ciò che puoi. 
Infine, c’è da armarsi di una pazienza infinita, perché certe attese possono essere molto lunghe. Non puoi sapere quanto durerà un dolore, non puoi sapere quando arriverà la resurrezione, però sai che arriverà. E la preghiera è l’arma fondamentale in questa attesa. Se la croce ti schiaccia, chiedi a Dio il dono della fede, della speranza e della carità, perchè quel peso si trasformi in strumento di salvezza.
Ermes Ronchi dice che “non si prega per cambiare la volontà di Dio, ma il cuore dell'uomo. Non si prega per ottenere, ma per essere trasformati”. È vero che Dio ha un progetto nella tua vita ed è importante stare nella volontà di Dio fidandoti in ogni cosa che accade, anche nel momento della croce. Ma trovo anche molto vero quanto mi disse la mia amica Angela qualche tempo fa: “è importante chiedere a Dio per ottenere, perchè il non chiedere è una tentazione del diavolo”. 
Mi ritorna spesso nella mente l’episodio della tempesta vissuto da santa Scolastica e san Benedetto. Scolastica nella preghiera fa una richiesta apparentemente contraria a quella che era la volontà di Dio in quel momento. San Gregorio Magno scrive che Benedetto, in questa occasione “si trova di fronte ad un miracolo, strappato all'onnipotenza divina dal cuore di una donna. E non c'è per niente da meravigliarsi che una donna, desiderosa di trattenersi più a lungo col fratello, in quella occasione abbia avuto più potere di lui perché, secondo la dottrina di Giovanni: «Dio è amore»; fu quindi giustissimo che potesse di più colei che amava di più!”.
La stessa cosa accade a Mosè (Es 32,14): la volontà di Dio può prendere strade nuove, diverse dal suo progetto originario. 
Davanti ad una croce che appare come una volontà di Dio, anche chiara ed evidente, è dunque lecito chiedere. Qual è però il criterio? Il criterio è l’amore. “Dio è Amore e si lascia vincere solo dall'Amore” (p. D. Ogliari).

Bisogna quindi essere perseveranti nella preghiera, fiduciosi, anche insistenti a volte, senza stancarsi mai. E chiedere per amore. Perché le croci possono trasformarsi in resurrezione, i miracoli possono accadere, le ferite possono guarire, i rapporti risanarsi e rinascere, i cuori possono cambiare, e l’impossibile essere possibile. 

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