sabato 26 gennaio 2019

L'accoglienza

Che cos'è l'accoglienza? In questi tempi se ne parla tanto e spesso. Anche io mi sono interrogato sul significato che do a questo concetto.
Accoglienza è il coraggio di una di una mamma verso il figlio in grembo che spinge a portare avanti una nuova vita sia essa malata o meno; sia essa reale o frutto di un desiderio.
Accoglienza è aprire le braccia a chi chiede aiuto ma è anche far capire che, a volte, questo aiuto non porta frutto al richiedente. Accoglienza è far crescere le persone in questo senso. Accoglienza è (almeno per me lo è stato) aprire il proprio cuore al desiderio che è nascosto in quello di qualcuno che ha bisogno di far crescere e maturare una decisione; è accogliere il cuore di chi è in discernimento. Accoglienza, per me, è accompagnare fanciulli che affannano per le loro difficoltà; accompagnarli per un pezzetto di vita.
Accoglienza è non permettere che dei poveracci muoiano in mare; è rendersi conto che molti di loro sono disperati e che aiutarli è un dovere morale e civile. Accoglierli significa mettere e parte i nostri egoismi e i nostri profitti.
Accoglienza è anche quella che si ha nei riguardi di una malattia che, come un fulmine, casca nelle nostre vite: a volte, questa, è strumento di crescita (se si ha la maturità e il coraggio di vederla così). Accoglienza è accettare un lutto di una persona cara, andando avanti coraggiosamente. È prendersi il tempo per affrontare questa mancanza.
Accoglienza, per me, è avere il coraggio di accettare incondizionatamente la Volontà di Dio, arrabbiarmi quando non la capisco, quando un dolore è più forte di ogni cosa. Tuttavia, accoglienza è anche gioire quando vivo nelle pienezza e nella completezza la vita che il Padre ha pensato per me.

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