venerdì 23 dicembre 2016

In risposta a Michela Murgia

Twitter, si sa, è un mezzo riduttivo perché non riesco ad avere una discussione completa: i suoi 140 caratteri mi limitano. Per questo motivo voglio ampliare in questa sede una discussione che ho avuto mercoledì con la scrittrice Michela Murgia a seguito di una sua affermazione su Le Cronache di Narnia. Sembrerebbe, infatti, che la scrittrice abbia sconsigliato regalare l'opera di C.S. Lewis ai ragazzi per il motivo che questa è un'opera didascalica, che traveste una tesi (in questo caso il messaggio cristiano) in libro. Sembra che per la scrittrice, questa, sia un'operazione disonesta. Da lettore di Lewis mi sono quasi sentito in obbligo di porle alcune domande. Condivido, in questa sede, la discussione e quello che realmente penso.


A precisa domanda non c'è stata una risposta. La Murgia non mi dice se questo ragionamento vale anche per le tesi anticristiane e fa anche un po' di confusione. Lewis, come sappiamo, è uno scrittore cristiano (anglicano per la precisione) e per un fedele quelle che lei definisce "tesi" non sono tali. Il Vangelo non è una tesi da difendere o meno ma una Verità da annunciare e ognuno lo fa con i mezzi che gli sono propri e con modalità diverse. Quello de Le Cronache di Narnia non è un travestimento ma una modalità di trasmissione della verità di fede, Lewis non ha mai nascosto questa funzione della sua opera.










A questo punto, però, mi premeva avere una risposta alla mia prima domanda e gliela pongo in modo esplicito: questo ragionamento vale anche per Queste oscure materie la trilogia di Pullman? Infatti, in quest'opera, chi l'ha letta lo sa, la tesi "mascherata" è quella anticristiana. Anche questa domanda non ha avuto una risposta chiara. La Murgia giustifica Pullman scrivendo che le maschere generano altre maschere. Quindi è colpa di Lewis se Pullman ha travestito una tesi in libro. Tuttavia, non mi dice se l'operazione è corretta o meno. Resto nel dubbio ma la risposta io ce l'ho: è corretta l'operazione di Pullman com lo è quella di Lewis. Inoltre, lei si difende dicendo che nella trasmissione dove ha parlato di Lewis ha consigliato, invece, la lettura di Tolkien. Come se Le opere di Tolkien non siano travestimenti di quelle che la Murgia chiama "tesi". Sicuramente Il Signore degli Anelli e Lo Hobbit non lo sono (almeno in maniera esplicita e di questo ho scritto già) ma il Silmarillion qualche dubbio lo fa venire. La creazione del mondo avvenuta tramite la musica e il canto (modalità di creazione simile, tra l'altro, a quella del mondo di Narnia), la caduta del cattivo Melkor (poi divenuto Morgoth) invidioso delle opere di Eru Ilúvatar (il Dio creatore) e in particolare delle sue creazioni migliori gli Elfi e gli Uomini, mi ricorda una storiella giudaico-cristiana.

















A questo punto mi ero stufato e avevo deciso di interrompere la discussione perché avevo capito che, ormai, non portava più da nessuna parte. La Murgia, però, non contenta, mi pone una domanda che mi fa capire che lei non ha inteso il mio ragionamento (fraintendimento dovuto alla piattaforma di Twitter, non credo che sia stata in malafede): "lei non è d'accordo che Lewis abbia tentato la fiaba cristologica?"
Non ho mai affermato il contrario (ne ho scritto qui, qui e qui), semplicemente non sono d'accordo con il ruolo che lei affida alla letteratura. Qui si aprirebbe un capitolo a parte su cosa sia letteratura o no (I film sono letteratura? I fumetti sono letteratura? Le serie televisive sono letteratura?) ma alla luce della teoria della Murgia noi cristiani dovremmo tacere, non avere uno spazio intellettuale e letterario che ci spetta.

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