Forse sono un italiano medio. Guardo il Festival di Sanremo e mi piace pure. Adoro quelle canzonette (ma lo sono davvero?) che mi regalano spensieratezza. Mi piacciono tutte quelle manifestazioni nazionalpopolari che vengono tacciate come inutili da inutili intellettualoidi. Non amo i film impegnati e impegnanti. Preferisco Baglioni a Vecchioni. Leggo tanto, anche quella merda di Dan Brown e no, non amo chi in ogni suo libro (saggio o prosa che sia) propina ideologia che va contro la mia. Mi piacciono le mostre d’arte ma quella contemporanea proprio non la capisco. Le nuove forme d’arte, di teatro (per non parlare delle varie performance) non le adoro. Inoltre, la domenica, quando non lavoro e dopo aver dato la priorità alla messa, mi piace fermarmi e guardare la partita del Napoli. Rilassarmi sulla poltrona a guardare “ventidue persone che corrono dietro una palla” la trovo una cosa divertente.
Non aderisco a nessun tipo di boicottaggio per le mie compere. Sono costretto a guardare il mio portafoglio. Mi piacerebbe farlo, giuro, ma devo agire diversamente. Chiedo perdono ma a fine mese devo arrivare anche io. Non sentirete mai dalla mia bocca un commento negativo a chi compra l’ultimo modello di telefono, ognuno è libero di farlo. Certo, se deve indebitarsi per farlo, storco il naso ma scelta sua.
Dico parolacce a chi passa con il rosso e chi parcheggia in doppia fila ma quando vado di fretta e devo comprare il giornale all’edicola lo faccio anche io (parlo del parcheggio, sono troppo cacasotto per passare con il rosso). Inoltre, quando sono con i miei amici non risparmio mai qualche parolaccia e qualche commento volgaruccio. Credo fermamente che un vaffanculo può essere pedagogico e liberatorio. Farlo capire agli altri è sempre un problema.
Forse sono un italiano medio, volgare e con i paraocchi (che sono sempre diversi dalle fette di prosciutto che coprono gli occhi degli altri) ma, come come direbbe un grande capo indiano: “estiquatsi”.
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