venerdì 16 gennaio 2015

Un pugno per la madre


Mi duole dirlo ma il Papa ha ragione. Come lui anche io sono contrario ad ogni forma di violenza. Non mi reputo un uomo violento ma nemmeno un uomo pacifico. Sono convinto che nulla deve giustificare un atto violento. Anzi, non proprio nulla. Infatti, se la violenza serve ad abbattere regimi o situazioni in cui è limitata la libertà democratica di qualcuno allora alzo le mani. Mi sforzo ogni giorno ad essere un portatore di pace e, se devo essere sincero, non ci riesco quasi mai. Probabilmente devo lavorare di più su questa beatitudine. 
Sin da piccolo, ricordo, sono sempre stato il classico ragazzino preso di mira dal bullo di turno. Se devo fare il conto di tutti gli schiaffi che prendevo potrei stare fermo per ore. Ricordo che difficilmente reagivo e non perché stoicamente voltavo l’altra guancia. Ero convinto che la violenza porta solo altra violenza. Alle elementari, per esempio, c’era un ragazzo che mi ossessionava, tornavo quasi ogni giorno a casa dispiaciuto del suo comportamento, sapevo che non facevo nulla di male nei suoi confronti e non mi capacitavo del motivo del suo disprezzo violento. La soluzione a quella situazione la trovò mia madre: “B. (non scrivo il nome) ti dice parolacce, e ti da gli schiaffi? Noi gli portiamo un regalo”. Ricordo che gli regalammo una scatola di macchinine e ricordo la sua faccia stupita da quel gesto. I suoi occhi sembravano dire “un regalo a me che ti tratto sempre male?”. Non so se fu la potenza di quel gesto di amore di mia madre ma da quel giorno B. si comportò bene con me. Iniziò a provare affetto per me. Il giorno del funerale di mia madre mi disse: “ricordo ancora le macchinine”. Non siamo mai stati amici perché apparteniamo a due mondi diversi, ma ogni volta che lo incontro per le strade del mio quartiere napoletano (da quando vivo a Roma capita raramente per ovvi motivi geografici) è sempre una festa.
Per questo motivo sono d’accordo con Francesco quando dice che nulla deve giustificare la violenza e che non deve mai essere effettuata in nome di Dio (qualsiasi nome gli diamo). Sono d’accordo anche quando dice che se qualcuno offende mia madre mi incavolo e un cazzotto potrei anche darlo, proprio io che sono sempre stato una calamita di schiaffi. Da buon napoletano potrei recitare “tuccateme tutte cose ma nun me tuccate a mammà”. Il problema è che la mamma non dovrebbe mai giustificare la violenza di un figlio e la Chiesa è madre. “Giuvà, qualsiasi cosa dicono non devi mai alzare le mani. La violenza porta solo altra violenza. Tu sai se le cose che dicono su di me sono vere o ti prendono solo in giro”. Quanta saggezza! Purtroppo non ascoltavo mai questo consiglio. Smettevo di essere una calamita di schiaffi se prendevano in giro mia madre.
Quindi il papa ha ragione. Tuttavia, credo che sia stata pericolosa la frase detta da Francesco durante la conferenza stampa fatta sull’aereo che lo portava nelle Filippine. Nessuno offenda mia madre, che in questo caso potrebbe essere la Chiesa, per un altro potrebbe essere un credo diverso, ma nessuna madre giustifichi i cazzotti dei figli. La “libertà” di altri di offendere può essere accompagnata dalla nostra libertà di figli di protestare contro le oscenità dette a noi e ai nostri credi ma non dalla liceità di fare violenza in nome di questi. 

Nessun commento:

Posta un commento