sabato 15 giugno 2024

Un trauma necessario

Mentre leggevo il romanzo Dune mi sono imbattuto in questa parte di conversazione del giovane protagonista.


- Uno dei momenti più terribili nella vita di un ragazzo - riprese Paul, - è quando scopre che suo padre e sua madre sono esseri umani che condividono un amore al quale lui non potrà mai partecipare. È una perdita, ma anche un risveglio, la constatazione che il mondo esiste, e che noi siamo soli.


Dedico questa a tutti gli amici che hanno figli con un invito: lasciate che i vostri figli abbiano questo “trauma”; lasciate uno spazio della vostra vita di coppia in cui i figli non entrino; prendetevi cura della coppia e non considerate i vostri figli come delle appendici di voi stessi.

Non sto dicendo di trascurarli ma di lasciare crescere loro come persone e voi come coppia perché una famiglia cresce quando a curarla c’è una coppia matura.

lunedì 10 giugno 2024

Il gioco serio: un’esperienza educativa

Il mio lavoro educativo è un po’ come il gioco dell’oca. Mi vengono affidati dei ragazzi e bambini ai quali noi adulti doniamo i dadi. Sono loro a giocare con gli strumenti che gli diamo. Sono sempre loro i padroni della loro vita, del loro gioco. Io posso ricordare le regole; insegnare un particolare metodo di lancio dei dadi; suggerire come giocare bene con gli altri; accogliere i loro fallimenti e invitarli a non scoraggiarsi.

Come nel gioco dell’oca questi ragazzi e bambini avanzano per raggiungere uno scopo. Purtroppo, ci sono degli imprevisti che costringono il giovane “giocatore” a fare dei passi indietro. Quando è lì, pronto ad afferrare l’obiettivo, un lancio sbagliato dei dadi, lo costringe a fare un passo indietro. Quando è lì che vuole avanzare, una casella lo obbliga a ripartire da capo. Che fatica! Lo è per noi adulti, figuriamoci per un minore.

Tuttavia, noi adulti dovremmo saperlo che la vita non è sempre lineare, che potrebbe portare dei fallimenti che possono fare male. Perché è vero che il mio lavoro è come il gioco dell’oca ma lo è anche la vita.

Cosa posso fare, quindi, per questi ragazzi e bambini che fanno un pezzo di vita insieme a me? Non lo so, non ho una ricetta. So solo che, memore dei miei fallimenti, posso accogliere e abbracciare la loro vita, anche nei momenti difficili. Soprattutto nei momenti difficili.

giovedì 6 giugno 2024

80 anni dal D-Day

80 anni fa il D-Day, lo sbarco in Normandia.

L’obiettivo degli Alleati era quello di liberare Roma e Parigi. Per questo motivo furono progettate due operazioni di invasione via mare: una con uno sbarco ad Anzio, “Operazione Shingle” e l’altra in Normandia, “Operazione Overlord”. La prima iniziò con lo sbarco del 22 gennaio ma, dopo migliaia di morti e settimane di combattimento, il suo successo parziale (non furono raggiunti tutti gli obiettivi) fu messo in secondo piano dal clamore per la più imponente invasione via mare della storia.

Un’invasione che portò una stretta alle forze naziste che sarebbero state schiacciate ad Oriente dall’URSS e a Occidente dagli Alleati.

Solo nella giornata del 6 giugno del 1944 furono impiegati 156000 uomini nelle fila alleate e di questi, secondo ricerche recenti, 4400 morirono. Se aggiungiamo i feriti e dispersi il numero delle perdite sale ancora di più.

Molti di loro erano ragazzi di diciotto-venti anni che furono spazzati via nel fiore della loro bella e viva gioventù. Perché la guerra fa questo: con un’esplosione di dolore, toglie di mezzo ciò che di bello riempie il mondo. Tuttavia, questi ragazzi sacrificarono le proprie vite per la Libertà di un continente che conoscevano, se avevano studiato, solo dai libri.

Per questo dobbiamo ricordarli con orgoglio e onore.