lunedì 19 ottobre 2020

Mascherine, senso civico e tutela del prossimo

Alla partita di calcio di bambini ci sono alcuni genitori che incuranti di tutto e di tutti hanno la mascherina abbassata. Credo che sia una grossa mancanza di rispetto per chi, come me, soffoca nel respirare in queste protezioni; per chi si adatta pur di non provocare ulteriori danni. Indosso la mascherina perché, anche se non protegge del tutto, qualcosina la fa. Indosso la mascherina con la speranza di dare una mano a fermare questo virus ed evitare, in questo modo, conseguenze più drastiche. Tutto questo perché un senso di appartenenza comunitaria mi spinge a sentirmi responsabile verso tante persone che gestiscono attività che potrebbero vedere chiuse le loro porte portando danni irreparabili a tante famiglie e all’intero assetto sociale. Se non ci sono negozi, ristoranti, bar aperti lo Stato ci perde perché è anche grazie alle tasse pagate da quegli esercenti che abbiamo scuola e sanità pubblica e gratuita.

Tutto ciò mi fa arrabbiare perché vedo in questo atteggiamento tanto egoismo, vedo una non curanza di chi è accanto. Tutto questo è il frutto di una società iperindividualista che ha perso quasi del tutto il sentirsi comunità.

Il Papa mesi fa ci ha detto che “stiamo tutti sulla stessa barca” ma credo fortemente che su questa barca, in fondo, non vogliamo starci; che ognuno vuole remare per conto suo.


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