domenica 7 luglio 2019

Bella come sei

Quasi otto mesi fa ho preso una decisione netta, stupida per molti, incomprensibile per altri, audace per pochi: non farmi più la tinta ai capelli. Questa cosa apparentemente innocua e molto personale ha suscitato le più disparate reazioni delle persone attorno a me. Chi ha minacciato di non rivolgermi più la parola, chi ha tentato di ricavarne letture psicologiche, chi ha cercato di dissuadermi, chi mi ha indirizzato sull’hennè, chi si è proposto di venire a casa mia a farmi la tinta ogni mese, chi ha plaudito alla mia scelta in quanto tendenzialmente di “moda” oggi. Mio marito, del quale sinceramente era l’unico di cui mi interessasse l’opinione, mi ha lasciato libera scelta se pensavo la cosa mi facesse bene.
Fatto sta che, con il passare dei mesi e con la comparsa sempre più pressante del bianco sulla mia testa, ho dovuto subire le più assurde pressioni psicologiche da parte di tutti per una cosa così banale. Chi non mi vede da un po’ potrebbe pensare che a 34 anni in fondo sono pochi fili che neppure si notano… in realtà i bianchi sono parecchi, troppi per la mia età (sarà la genetica? Lo stress? Chissà).
Mi sono chiesta: ma non siamo tutti grandi sostenitori della bellezza naturale, del valore unico di ogni persona, della bellezza interiore, ecc.? Vale, ma fino ad un certo punto?
La scelta che ho fatto non è per reazione a qualcosa, né per un motivo economico, né ecologico, né ideologico. Non mi tingo più i capelli semplicemente perché vado bene così come sono. Che cosa scontata, no? Beh, non lo è per niente.
Ho passato molti anni della mia vita a guardarmi allo specchio e a trovarmi difetti. Ho preso chili con il passare degli anni, sono aumentate le occhiaie, i capelli bianchi. Mi guardavo nelle foto e non riuscivo a riconoscermi. Poi ad un certo punto è successa una cosa: ho iniziato a guardarmi con altri occhi. E quegli occhi mi volevano bene esattamente per ciò che ero: una taglia 44/46, con i fianchi larghi, la pancia, gli occhiali e tutto il mondo infinito che ho dentro. 
Non ho comprato più la tinta, ho tagliato i capelli, ho dato via tutti i vestiti troppo stretti (quelli che stanno per anni negli armadi in attesa di un utopico dimagrimento), mi trucco di meno, e mi sono tolta un grande peso: quello di pensare sempre di essere inadeguata davanti agli altri e a me stessa.
Adesso che arriva di nuovo la prova costume auguro a tutte di poter fare l’esperienza sulla propria pelle (pallida o abbronzata che sia) di una nuova bellezza. Non basta averne l’idea o credere in un concetto. È necessario vivere l’esperienza di essere guardati con occhi d’amore, che siano i propri o quelli di qualcuno accanto a noi. E sarà una grande liberazione.

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