Carissimo social network dal nome Facebook, stamattina la tua applicazione sul mio iPhone mi ha dato il buongiorno con il pensiero che pubblicato come foto in questo post-lettera che ti scrivo.
Io non capisco se gli ideatori di questa cosa hanno in mente ciò che significa per tante persone nel mondo la parola "pace" e se si rendono conto che questa cosa dei cuoricini è una grande cavolata. La pace, è vero, inizia con l'amore ma quest'ultimo non si promuove in questo modo, anzi, non si promuove affatto. L'amore - quello vero, incondizionato, gratuito e fraterno - non va promosso ma va incarnato in ognuno di noi e testimoniato con la vita. Magari i tuoi collaboratori, caro Facebook, hanno trovato questa iniziativa carina ma ti posso garantire che un siriano, un sudanese, un israeliano o un palestinese (solo per fare alcuni esempi) non sanno che farsene dei tuoi cuoricini: le bombe sulle loro teste continuano a cadere e un "Love" sul tuo social network non impedisce questa atroce e concreta realtà. Usare un "Love" non smuove il cuore di coloro che promuovono l'odio; non da coraggio a coloro che sono chiamati a governare le nazioni e non rompe le catene della paura che impedisce di prendere le giuste decisioni per fermare i conflitti.
Caro Facebook, stavolta (ma capita spesso) hai toppato. Il tuo qualunquismo, infatti, ha del ridicolo. L'amore che tu intendi ci seppellirà da metri di buonismo (inutile) concimato con la rosea e fittizzia speranza che tutto è risolvibile con leggerezza.
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