
Un tempo non era così. Abbiamo sempre avuto un rispetto, quasi una devozione per la natura. La sua bellezza è stata trasformata in ideologia (siamo stati bravi ad ideologizzare tutto). Siamo riusciti, grazie al processo di secolarizzazione, a staccare la creatura dal Creatore. Purtroppo anche qui la situazione ci è sfuggita dalle mani. Ci incavoliamo, anche giustamente, se i livelli di inquinamento aumentano, se vediamo bottigliette di plastica nei boschi o in un prato. Tuttavia, se una donna viene bombardata di ormoni per farle produrre ovuli da fecondare per poi impiantarli in una donna diversa noi stiamo fermi, anzi, elogiamo come vittoria della modernità questo "progresso" della scienza che non ha rispetto per la donna e per la natura da noi tanto amata e difesa.
Un tempo non era così. Abbiamo eseguito studi per dimostrare che la condizione della donna può variare da cultura a cultura. Poi ci siamo impegnati a dimostrare che non è il ruolo della donna a variare con la cultura ma la percezione del proprio sesso. Ci siamo impegnati a dimostrare che il sesso che natura ci dona può essere destrutturalizzato e reinventato. Non più maschi e femmine ma tanti generi, non più dettati dalla natura ma dalla psiche. Quindi non più mamma e papà ma degli asettici e asessuati genitori dovranno crescere i nostri figli e sosteniamo questo con viltà, negando l'evidente, negando che le foglie degli alberi siano verdi.
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