Mi sentivo protetto: per nove mesi (almeno così mi è sembrato di capire, voi grandi non sempre siete chiari quando parlate) il calore del tuo corpo mi riscaldava il cuore. Non vedevo l'ora di uscire da te per poterti abbracciare. Tuttavia, la notte (credo sia notte, dentro era sempre buio) ti sentivo piangere e una voce di uomo cercava di calmarti facendoti credere che era essenziale questa sofferenza: "siamo poveri e abbiamo bisogno di quei soldi". Non capivo. Queste cose da grandi non mi interessavano e non mi sarebbero interessate per un bel po'. Io volevo solo uscire da te per essere abbracciato da te, volevo giocare con te ed essere baciato da te. Volevo queste cose perché sei colei che mi ha amato per nove mesi: sei la mia mamma.
lunedì 29 febbraio 2016
mercoledì 24 febbraio 2016
La libertà del pensiero unico
giovedì 11 febbraio 2016
Onestà perduta
Un tempo non era così. Abbiamo lottato affinché le donne avessero più diritti, affinché potessero rompere le catene della schiavitù morale alle quali erano imprigionate. Avevamo tutti i buoni propositi, eravamo convinti della giustezza della nostra lotta. Poi la situazione ci è sfuggita dalle mani, siamo diventati ciechi d'avanti alle nuove schiavitù. Permettiamo che le donne affittino il loro utero per consentire a chi la natura nega la gioia di un figlio di poterlo ottenere a tutti i costi; proponiamo, in nome del dio denaro, che la prostituzione (quindi la schiavitù sessuale) sia legale; imponiamo alle donne di dover lavorare in nome della parità dei sessi, anche se, alcune, vorrebbero non farlo e vivere a pieno la loro maternità quando la natura le chiama a questo.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)
