"Morte desiderata nun vene maje". C’è sempre qualcosa di poco umano nello sperare la morte dei propri nemici. Credo che sia la cosa più indelicata che possa accadere in un dibattito pubblico. È un problema che appartiene a tanti (basta scorrere una qualsiasi bacheca di un social network per rendersi conto di come siamo caduti in basso) e, secondo me, denota anche una mancanza di contenuti nell’affrontare chi la pensa diversamente. Io non augurerei mai la morte a chi mi si oppone (almeno che non sia qualcuno che con la forza voglia impormi il suo pensiero, come nel caso di dittature politiche o religiose). Questo modo di fare non mi appartiene, non posso fare mio un pensiero di morte.
I nostri cimiteri, secondo alcuni, dovrebbero essere pieni di personaggi scomodi. Ora, tralasciando la questione che i cimiteri sono pieni e non sapremmo dove seppellire tutte queste persone, non sarebbe meglio affrontare gli altri all’interno del dibattito pubblico? La mia paura è che quest’odio eccessivo possa offuscare le menti e questa è sempre una cosa pericolosa. Si rischia di essere prevenuti e non trovare nell’altro un punto di incontro o di confronto, ma mi rendo conto che la volontà di cercarli non esiste.
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